Li hanno smascherati mesi addietro, nell’ambito dell’inchiesta denominata ‘Stakanov‘ (nomen omen) : timbravano il cartellino, addirittura in mutande e ciabatte, per non avere il peso di doversi anche vestire per far finta di andare a lavorare. Ora, a distanza di tre mesi scarsi, per i primi quattro dipendenti ‘modello’ è arrivata la risoluzione del loro contratto di lavoro.
Il Comune di Sanremo ha licenziato quattro dei 35 dipendenti agli arresti domiciliari dallo scorso ottobre. Lo ha fatto sapere il sindaco Alberto Biancheri: «Abbiamo firmato i primi quattro provvedimenti di licenziamento. Altri licenziamenti ci saranno nei prossimi giorni».
I licenziamenti avvengono a seguito delle risultanze della Commissione disciplinare. L’inchiesta portò a 35 arresti, 8 obblighi di firma e 75 indagati, complessivamente gli accertamenti coinvolsero circa 200 persone. Per loro le accuse sono, a vario titolo: truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e peculato. L’indagine riguarda le timbrature illecite dei cartellini di dipendenti e funzionari del Comune. Un “sistema scellerato”, come lo definì il magistrato inquirente, diventato un’abitudine nei corridoi di palazzo Bellavue, dal momento che l’assenteismo diffuso ha interessato il 72% dei 528 dipendenti comunali di Sanremo.
La vicenda del Comune di Sanremo è stata citata anche dal premier Matteo Renzi, quando ha annunciato le nuove norme per arrivare ai licenziamenti in 48 ore. Si tratta di un caso paradossale non soltanto nel merito ma anche nel metodo. I 43 dipendenti (35 arresti domiciliari e 8 obblighi di firma), infatti, pur di non lavorare ma avere ugualmente la giornata pagata hanno utilizzato diversi escamotage per marcare la timbratura in entrata e in uscita. Espletata la faticosa incombenza, ma non sempre lo facevano in prima persona, si dedicavano a tutt’altro: uno andava in canoa durante il turno di lavoro, altri al mercato, altri ancora aiutavano la moglie nell’ambito della propria attività. Ma c’era anche chi, sfacciatamente, segnava lo straordinario non fatto e chi si segnava presente nei superfestivi senza lavorarli.
«Il Comune non è questo – dice Biancheri – l’amministrazione va avanti con una quarantina di persone in meno». Nei giorni scorsi il tribunale ha revocato le misure restrittive, ma ha disposto il divieto di tornare al lavoro per 10 mesi.
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