Il ddl Cirinnà sulle unioni civili supera il primo voto in Senato. L’Aula del Senato ha respinto la richiesta Quagliariello-Calderoli di non passaggio all’esame degli articoli del ddl Cirinnà sulle unioni civili. Hanno votato contro 195 senatori, a favore 101, 1 astenuto. Sull’odg i due firmatari avevano fatto richiesta di voto segreto, richiesta alla quale Grasso si è opposto. “La votazione a scrutinio segreto non può essere concessa”, ha detto.
Il presidente Grasso ha deciso che la richiesta di non passaggio all’esame degli articoli del ddl sulle unioni civili verrà esaminata dall’Assemblea con voto palese. “Il tema – spiega Grasso – rientra non tanto nella sfera di applicazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione” quanto “nell’ambito di applicazione dell’articolo 2 della Costituzione, in base al quale la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità.
Si dice sorpreso Roberto Calderoli: “E’ una scelta politica che lei ha preso in solitaria. Con questa legge infatti stiamo parlando di matrimonio, non di altro. Proprio perché mi aspettavo una arrampicata sugli specchi per negare questo, ho allegato sei pagine per spiegare che la totalità degli argomenti di questo ddl fa riferimento al diritto di famiglia”.
Intanto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, assicura che “Il governo non esprimerà valutazione politica” sul ddl, ma solo una valutazione “tecnica” su alcune proposte di modifica “quando palesemente non conformi alla giurisprudenza europea e costituzionale. Il governo – conclude – non fa una vera e propria replica, anche perché, come si sa, nel governo stesso e nella maggioranza che lo sostiene ci sono posizioni diverse su un tema così sensibile e delicato”.
EMENDAMENTI – La speranza è quella di un accordo in extremis con la Lega. Altrimenti il Pd è pronto a sfoderare l’arma del ‘super canguro’, primo firmatario Andrea Marcucci. Una mossa però non priva di conseguenze. Il ‘super canguro’ avrebbe infatti il pregio di far decadere la stragrande maggioranza degli emendamenti. La Lega ne ha presentati oltre 5000, per dire. E l’intenzione del Carroccio e di Forza Italia è di richiedere il voto segreto su almeno un centinaio di emendamenti.
Ma decadrebbero anche molti degli emendamenti Pd, in particolare quelli che vanno a correggere quei punti del testo Cirinnà suscettibili di incostituzionalità, vedi l’equiparazione unioni civili-matrimonio. Resterebbero in piedi soltanto alcuni emendamenti sull’art.5, quello delle stepchild.
Quindi, il difetto dell’arma ‘super canguro’ è questo: costringerebbe la Camera a modificare il testo e correggere le parti a rischio incostituzionalità. Con la conseguenza che il ddl Cirinnà dovrebbe tornare di nuovo al Senato. Scenario che il Pd vorrebbe assolutamente evitare. Per questo nei corridoi di palazzo Madama, a quanto apprende l’Adnkronos, sta prendendo piede l’idea, al momento solo un’ipotesi, di formulare un nuovo testo. Un testo 2 che contenga anche le correzioni sui rischi di incostituzionalità.
L’ipotesi di un nuovo testo per ora resta una carta coperta, una suggestione tutta da soppesare. Del resto, c’è tempo per farlo. Il ‘super canguro’ Marcucci non sarà messo ai voti subito: oggi e domani ci sarà l’illustrazione degli emendamenti e probabilmente il voto sull’odg Quagliariello-Calderoli sul non passaggio agli articoli. Insomma, di ‘canguri’ si parla la prossima settimana.
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