Nessuna alchimia, solo un semplice calcolo matematico per arrivare a capire se è il principe azzurro oppure no.
Nelle faccende di cuore prima o poi – oggi sempre più poi, nel senso che si tende a restare single impenitenti quanto più a lungo possibile – ci si trova di fronte al grande dilemma se convenga mettere su casa quando si crede di aver trovato la persona giusta (anche se, magari, è il compagno di liceo con una vita professionale ancora da impostare), oppure se sia meglio attendere e nel frattempo collezionare una variegata campionatura di soggetti per avere più termini di paragone ed operare una scelta più ponderata. Davanti alla possibilità di incontrare qualcuno di meglio, è da ritenere che nessuno possa essere così avventato da tirarsi indietro. Anche se a pesare rimane sempre l’incognita che per ironia del destino nella partita di poker potrebbero non capitare più carte favorevoli. Oppure, per usare altre metafore, davanti a noi potremmo avere soltanto una lunga via solitaria e polverosa senza possibilità di svolte né a destra né a sinistra, e alla nostra stazioncina potrebbero non fermarsi più treni sui quali salire al volo per un viaggio in compagnia. Cosa fare allora?
E’ qui che la matematica, dicono gli scienziati, ci viene in aiuto.
Un gruppo di scienziati di un’epoca imprecisata, riporta l’‘Independent’, provò a sintetizzare la ricetta dell’amore in una formula divenuta poi popolare negli anni Sessanta attraverso Martin Gardner che ne parlò nella sua rubrica su ‘Scientific America’. In pratica, le pene d’amore con tutti i languori e i mal di pancia, vengono sintetizzate in un numero che equivale a circa un terzo, ovvero, per avere la più alta probabilità di dire ‘stop’ al momento giusto, per gli ideatori della formula occorre scartare il 37% dei pretendenti. Dopodiché, sistemarsi con il primo che si dimostri meglio dei suoi predecessori e il gioco della vita può ritenersi concluso in senso positivo. La formula ha un margine di errore, ma fornisce una probabilità di successo più alta rispetto alla scelta casuale.
Certo, potrà sempre succedere di incontrare la persona giusta molto – anche troppo – presto, ma di solito con il senno di poi e alla luce dell’esperienza maturata i primi partner non sono mai i migliori. Trattandosi di probabilità, occorre in ogni caso ‘scommettere’ e sperare che vada bene.
Una questione poco chiara resta comunque il fatto che, per scartare una certa percentuale di pretendenti, si dovrebbe sapere a priori con quante persone si riuscirà ad intrattenere seriamente una relazione nel corso della propria esistenza, dato difficilmente stimabile. Tuttavia, più crescono le opzioni e più la formula funziona. Se una persona ha un solo compagno per tutta la vita, il problema non si pone: quella persona sarà la migliore. Se i potenziali partner salgono a 2, c’è il 50% di probabilità di scegliere il migliore, indipendentemente dalla strategia adottata. Ma se il numero dei partner cresce, applicare la formula aumenta le possibilità di successo rispetto a una scelta random. La spiegazione del perché questo funziona, si deve ricercare nella costante matematica ‘e’, l’unica in grado di descrivere la probabilità di successo in un processo statistico che ha 2 risultati, il successo o il fallimento. In breve, è stato dimostrato che la formula massimizza le possibilità di scegliere il miglior candidato in una serie sconosciuta, indipendentemente dal fatto che si stiano valutando partner, appartamenti, candidati per un posto di lavoro o piastrelle del bagno.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy