“Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtú, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore”.
Non sono parole di Papa Francesco, né del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco. Sono tratte dall’opera Miseria della filosofia, scritta da Karl Marx alla fine del 1846 e sapientemente citate dal direttore dell’Avvenire, Marco Tarquinio, sull’edizione di oggi.
E venne il tempo attuale in cui anche chi mostrò amore e compassione per i bambini abbandonati come spazzatura nella spazzatura esternando i suoi propositi: “Ogni volta che leggo di un neonato abbandonato in un cassonetto dell’immondizia, vorrei correre a prendermi cura di quella creatura”. Ma un figlio, un figlio proprio, è tutta un’altra storia. E fu così che anche il buon Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, decise nove mesi addietro, o poco più, di confezionarne uno su misura. Per sé, per il suo egoismo e per quello della coppia formata dallo stesso Nichi e dal suo compagno canadese. Confezionato, sì: un ovulo di donna californiana, l’utero di una indonesiana, il seme del suo compagno italo-canadese, il tutto a pagamento. “Vendola ci ha messo solo i soldi, i nostri”, il commento sul web di qualche dissidente rispetto al ddl Cirinnà – “tra le altre cose, è una legge ad personam per miliardari e comunque per ricchi e potenti” – e di conseguenza anche alla scelta del Presidente della Regione Puglia, neo papà da domenica scorsa di un maschietto di nome Tobia Antonio.
“Non può essere, quello appena nato, il figlio di Vendola”, tuona Vittorio Sgarbi al microfono di Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, e colorisce pesantemente il suo pensiero: “Dal culo non esce niente. Vendola ha un marito ma è contemporaneamente padre. Due persone dello stesso sesso non generano, ma di cosa stiamo parlando? I bambini devono essere concepiti, educati e evoluti sulla base di ciò che la natura consente”. “Il bambino in casi come questo diventa niente altro che lo strumento di un capriccio di due che vogliono fare il padre e la madre. Aiutare qualcuno è giusto – aggiunge Sgarbi – il mondo è pieno di bambini poveri, profughi o abbandonati, aiutarli senza sentire l’esigenza di farne il padre è nobile. Creare un bambino invece in un percorso così capriccioso è una forma di egoismo estremo. Quel bambino è una persona che si sono costruiti a tavolino, come un peluche. E’ insopportabile”.
E lo è anche per Beppe Grillo che in merito a questa vicenda personale, ma di pubblico dominio per volontà dello stesso governatore della Puglia, sulle pagine del Corriere della Sera scrive: “Sento utilizzare la parola amore in modo talmente pressappochista da provare un dolore, intenso, che nessuna forma di ironia può risolvere. E’ veramente possibile che si parli di amore e di diritti intimi proprio mentre stiamo dimenticando chi ha messo al mondo noi? Mi riferisco a quelli che chiamiamo anziani, quelli che stiamo dichiarando inutili senza neppure più arrossire. E allora chi sono io per dire alle persone di rinunciare a delle opportunità che appaiono stupefacenti?”. “C’è qualcosa del concetto di utero in affitto che mi spaventa – aggiunge – e non ha nulla a che fare con l’omosessualità oppure l’eterosessualità. Mi spaventa la logica del “lo facciamo perchè è possibile”, un po’ come è diventato facile attaccare tutto alla bolletta della luce”.
Anche Laura Boldrini critica Vendola con il suo bambino nato per scelta senza una mamma “figlio di una bellissima storia d’amore, la donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra vita”. “Ho molte riserve sulla maternità surrogata“, ha commentato il presidente della Camera specificando che i dubbi ci sono soprattutto quando “si ha a che fare con giovani donne straniere”. “È una pratica che si presta allo sfruttamento delle donne”, ha detto chiaramente. L’orientamento della presidente Boldrini è condiviso da molte donne dell’area progressista e femminista. Così pure il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani: “Ho qualche perplessità, lo abbiamo sempre detto, sull’utero in affitto che è vietato in questo Paese e resta vietato nonostante l’approvazione delle unioni civili“.
La verità è che la pratica cui ha fatto ricorso Vendola per crearsi un barlume di famiglia è destinata solo a persone omosessuali ricche e potenti, mentre tutte le madri surrogate “acquistate” per portare a termine il progetto di far trionfare l’egoismo (riferibile, in casi diversi, anche alle coppie eterosessuali che ne fanno ricorso) sono povere e senza potere. Si vuole espandere questo triste mercato dell’umano che si basa tutto sull’equazione dove da una parte deve per forza esserci il denaro, tanto, e dall’altra la miseria che spinge a mercificare anche ovuli e utero. Non può reggere a fronte di decine di migliaia di bambini che, soli, senza adulti che li accompagnino, varcano le nostre frontiere in cerca di affetto e benessere. Non può reggere a fronte di masse di persone che hanno la nostra stessa dignità e nient’altro. Non può reggere, a fronte di donne e uomini che hanno visto perire i loro figli, nel tentativo di raggiungere una società migliore. Migliore? Un simile egoismo li disgusterà e la rabbia,giusta rabbia, genererà furore, che faranno allora questi squallidi artisti della provetta?”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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