Il Codex Purpureus Rossanensis, forse il più antico libro illustrato della storia, torna a casa, dopo tre anni di indagini dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (Roma). Quindici miniature uniche al mondo che raccontano episodi del Nuovo Testamento su fogli di pergamena color porpora (da qui parte del nome) risalenti al VI secolo. Patrimonio dell’Umanità dal 2015, il preziossissimo volume sarà esposto dal 2 luglio nelle sale del Museo Diocesano di Rossano, in Calabria. Tra le altre, anche una miniatura appartenente al Vangelo di Giovanni, quella della resurrezione di Lazzaro, andato perduto.
Che abbia visto la luce nell’Italia Meridionale, o, come è più probabile, provenga da uno “Scriptorium” monastico dell’ Oriente bizantino o che provenga invece dalla città di Antiochia in Siria o dalla Cappadocia, non importa. Il codex adespoto, di cui cioè non conosciamo l’autore, è sopravvissuto a 15 secole di peripezie, trasferimenti, viaggi e persino un incendio e rappresenta un tesoro biblico, artistico, paleografico storico e religioso di valore inestimabile.
Verrà esposto al pubblico in una teca climatizzata che consentirà ai tecnici di tenerlo sempre sotto controllo. Scritto in caratteri onciali (lettere maiuscole greche o maiuscole bibliche) su due colonne di 20 righe ciascuna, sfogliando il volume (attraverso anche un allestimento multimediale) i visitatori potranno seguire in successione scene della vita di Gesù, prese dal Vangelo di Marco e Matteo, dall’inizio della sua predicazione fino a poco prima della crocifissione.
La storia di Gesù attraverso le miniature. Il primo miracolo, La Resurrezione di Lazzaro,raccontato dal Vangelo di Giovanni, coincide anche con la prima miniatura, seguita dall’ingresso di Gesù in Gerusalemme e poi dalla Cacciata dei Mercanti dal Tempio; dopodichè troviamo una rappresentazione della metafora delle dieci vergini, presente solo nel Vangelo di Matteo, probabilmente evocativa del Giudizio Universale. La quinta e sesta immagine riguardano rispettivamente l’Ultima Cena e Lavanda dei Piedi, mentre le altre due celebrano la Comunione degli Apostoli col Pane e poi con il Vino. A questo punto troviamo l’ultimo episodio della vita di Cristo prima di essere arrestato, cioè il momento in cui si inginocchia in preghiera nell’Orto del Getsemani.
Dopo tre immagini dedicate una ai quattro evangelisti, una ad un altro miracolo di Gesù (la guarigione del nato cieco) e la parabola del buon samaritano, si riprende il filo “cronologico” interrotto: Nella tredicesima miniatura vengono raffigurate infatti le due scene di Cristo davanti a Ponzio Pilato e il pentimento di Giuda Iscariota. A seguire quella, composta sempre di due scene, in cui il Prefetto della Giudea deve decidere se salvare Cristo o il ladrone Barabba. Il codice si chiude con l’unica rappresentazione di Marco evangelista rimasta in codice greco dei vangeli, anteriori al X secolo. Davanti a lui, una figura di donna avvolta in una veste azzurra, forse La Sapienza, che sembra dettargli ciò che dovrà scrivere.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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