Ci tiene a non passare per l’uccello del malaugurio David Folkerts-Landau, capo economista della Deutsche Bank. Il quadro di Landau sulla situazione degli istituti bancari europei è più che “realistica”: “L’Europa è molto malata e deve iniziare ad affrontare i suoi problemi con estrema rapidità”, riferendosi al via libera al fondo di 150 milioni a tutela della banche in difficoltà e la loro ricapitalizzazione.
In programma per oggi e domani, a Bruxelles, un doppio vertice tra i ministri delle Finanze per decidere quali interventi mettere in atto sul sistema bancario europeo. A rappresentare l’Italia sarà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
Insomma, nessuno vuole un altro 2008 nè se lo aspetta. Ma si sa, prevenire è meglio che curare.
“Le banche sono più stabili oggi rispetto agli anni passati” ha continuato Landau che ha detto di aver acquistato 100mila azioni di Deutsche Bank come segno di fiducia. Ma questo non significa che il mercato finanziario non stia attraversando una parabola discendente, con la DB che ha perso il 48% sul prezzo delle azioni.
Certo, sorprende che sia la Germania a dirlo, una delle nazioni simbolo di stabilità economica e finanziaria. Ma proprio questo dovrebbe far pensare. Soprattutto quando a farle da eco è il vice presidente di Blackrock ed ex presidente della Banca centrale elvetica, Philipp Hildebrand, che nei giorni scorsi aveva spinto la Commissione europea ad autorizzare i governi Ue operazioni di acquisizione delle banche in difficoltà, sulla base del modello Tarp ((Troubled Asset Relief Program), utilizzato dagli USA nella crisi del 2008.
Le reazioni della politica italiana. Il dibattito sul sistema bancario e sull’applicazione o meno del bail-in, soprattutto dopo l’approvazione del Fondo Atlante . Lapidario il M5S che in un posto sul blog di Beppe Grillo firmato ‘M5S Parlamento’ afferma che Rocca Salimbeni (sede centrale della Banca Monte Paschi di Siena) “potrebbe scatenare una nuova crisi finanziaria globale trascinandosi dietro non solo le altre banche italiane, ma anche colossi esteri come Deutsche Bank”.
Meno catastrofista Filippo Taddei, responsabile economico del Pd: sulla ricapitalizzazione di Mps “non ci sarà alcun veto” da parte dell’Europa ma l’impiego di soldi pubblici non è già deciso: “il governo ha fissato tre paletti ambiziosi e chiari: soluzione di mercato; uso delle regole Ue; intervento di sistema”.
“Il governo – ha aggiunto Taddei – si stia adoperando sia per un eventuale nuovo apporto della Cassa depositi e prestiti nel fondo Atlante o Atlante bis che sarà, sia per coinvolgere nuovi soggetti, dalle casse previdenziali alle assicurazioni, perché questo mercato può offrire ottimi rendimenti”.
Ma secondo il M5S “la creazione di un altro fondo Atlante per comprare una parte dei crediti in sofferenza di Mps non risolverà il problema, ma farà respirare le borse per qualche mese prima di un nuovo tracollo. Più passa il tempo, più il crack sarà devastante”.
Insomma, nessuno vuole un altro 2008 nè se lo aspetta (grillini esclusi). Ma si sa, prevenire è comunque meglio che curare. Almeno secondo la Deutsche Bank.
P.M.
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