Andrea Leadsom si ritira dalla corsa al Partito Conservatore britannico: ora Theresa May non ha più rivali. La ministra dell’Interno del governo britannico uscente, guidato da David Cameron, resta l’unica candidata in corsa per guidare il partito e il governo.
Lo ha confermato Graham Brady, presidente del Comitato 1922, che gestisce le elezioni interne dei Tories. In Gran Bretagna la prassi istituzionale vuole che la guida del governo spetti al leader del partito di maggioranza, e quindi il nome del segretario conservatore coinciderà con quello del capo del nuovo esecutivo, che avrà la responsabilità di avviare le trattative per il divorzio da Bruxelles dopo l’esito del referendum sulla Brexit.
La Leadsom, sottosegretario all’Energia uscente, ha spiegato di non avere abbastanza sostenitori in Parlamento da poter sperare di battere la rivale, e si è detta pronta ad appoggiarla. In effetti, a Westminster ha raccolto un magro bottino: appena 84 deputati contro 199.
Theresa May ha accolto il sostegno dell’ex rivale e ha provato a rassicurare la base elettorale: “Brexit significa Brexit”, ha detto, e visto il risultato del referendum “la Gran Bretagna sicuramente uscirà dalla UE”. Anche se a guidarla sarà una donna che aveva partecipato alla campagna per il Remain, per la verità senza mai alzare troppo i toni.
I commentatori inglesi hanno notato con una punta d’ironia che Cameron aveva affermato di essersi dimesso, dopo la vittoria del Leave, per permettere ai sostenitori del Brexit di “mettersi al timone della nave”. Ora invece sappiamo che gli succederà un’altra esponente della stessa corrente filo-europea, con buona pace della “leadership forte” che tutti auspicavano a parole. Non sarà né Boris Johnson, che si è defilato al momento di candidarsi, né il suo sodale Michael Gove, impallinato senza troppe cerimonie dai deputati Tory, né tantomeno la Leadsom, che oggi ha potuto solo constatare l’ineluttabilità della sconfitta.
Le formalità potrebbero essere completate già stasera: entro oggi il dossier del comitato 1922 passerà alla direzione del partito, che a quel punto non potrà fare altro che prendere atto dell’esito della corsa e formalizzare la nomina della May. Sulla durata delle procedure Brady ha dichiarato di non poter garantire niente, ma una parte della stampa d’Oltremanica è convinta di poter assistere già stasera all’arrivo della futura premier al numero 10 di Downing Street.
La May ha promesso un programma economico all’insegna del “cambiamento”, con più attenzione alla dimensione sociale e più potere per i lavoratori nella gestione delle aziende.
Nel campo opposto, nel Partito Laburista, l’ex ministra-ombra alle Attività produttive Angela Eagle ha lanciato ufficialmente la sfida a Jeremy Corbyn, il segretario in carica accusato di non aver fatto abbastanza per impedire la Brexit. La Eagle si è dimessa, con altri ministri del governo-ombra, per aprire formalmente la discussione sulla leadership di Corbyn. Sostiene di voler “salvare il Partito” e di volerlo rimettere in grado di competere con i Conservatori per la maggioranza a Westminster.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy