L’Europa fa quadrato contro la proposta britannica di stilare “liste di proscrizione” di lavoratori stranieri. Ad avanzarla, martedì scorso, era stata Amber Rudd, ministro dell’Interno nel governo conservatore di Theresa May.
Oggi è toccato a Guy Verhofstadt, il capo negoziatore nominato dal Parlamento UE per le trattative sulla Brexit, assicurare che l’Unione difenderà i diritti fondamentali dei suoi cittadini contro la “montante violenza xenofobica”. “La Gran Bretagna è sempre stata un faro di tolleranza e diversità”, dice l’ex premier belga, ora capogruppo dei liberali a Strasburgo:
È triste vedere che Amber Rudd infiammi le tensioni denigrando gli“stranieri” che lavorano negli ospedali, nelle scuole o nei cantieri di Gran Bretagna. Si tratta di gente che contribuisce al benessere del Regno Unito.
Non è bastata dunque la retromarcia della premier, che all’inizio aveva accolto la proposta della Rudd, per poi sconfessarla sull’onda delle proteste. Ed è servito a poco precisare che nella proposta originale si suggeriva solo di indicare quanti dipendenti stranieri avessero le aziende britanniche, anziché di redigere vere e proprie liste di nomi. Non cambia la sostanza: nella patria del multiculturalismo, il partito di governo sembra aver deciso all’improvviso che gli stranieri servono solo a tappare i buchi nel mercato del lavoro, e che sia il caso di avviare un “dibattito su quali competenze vogliamo avere nel Regno Unito”.
Una proposta che fa eco alle dichiarazioni del controverso ministro della Salute Jeremy Hunt, che ha parlato di “dipendenza del NHS” (il servizio sanitario nazionale) dai professionisti stranieri. E che contraddice la linea politica dichiarata dalla May: nel congresso dei Conservatori chiuso ieri a Birmingham, la premier si è dipinta alla testa di “un nuovo partito moderno”, paladino “dei lavoratori e dei dipendenti pubblici”. Sostiene di voler occupare il centro dello schieramento politico: a debita distanza dal Labour, specie dopo la svolta a sinistra impressa dal tutt’altro che incontrastato leader Jeremy Corbyn, ma altrettanto distante dalle istanze nazionalpopuliste dell’UKIP, che dopo aver raggiunto l’obiettivo Brexit sembra aver perso ogni forza propulsiva. Se a testimoniarlo non fossero bastate le dimissioni del segretario Diane James, che ha riconsegnato il mandato a Nigel Farage dopo appena 18 giorni al timone della nave in panne, oggi lo hanno ricordato a tutti due suoi europarlamentari che sono venuti alle mani a Strasburgo, nella sede del Parlamento UE. Ha avuto la peggio Steven Woolfe, uno dei candidati alla guida del partito, messo KO da un pugno di Mike Hookem. Woolfe ha ripreso conoscenza solo qualche ora dopo la scazzottata e il ricovero in ospedale. Le sue condizioni “stanno migliorando” ed è stato in grado di scambiare qualche parola con Farage, ma per escludere l’ipotesi di un’emorragia cerebrale dovrà essere sottoposto ancora ad altri esami.
Intanto, mentre il resto d’Europa non nasconde il suo disappunto contro le proposte del governo britannico, Oltremanica i laburisti ne hanno approfittato per fare fronte comune (caso raro, da quando alla guida c’è Corbyn). Diversi giuristi hanno notato che una misura del genere violerebbe le leggi contro le discriminazioni. Ma ancora più delle lamentele delle opposizioni e dell’Europa, ciò che deve aver convinto la May a fare marcia indietro è la reazione dei mercati alle sue dichiarazioni. I timori di una hard Brexit, cioè che il divorzio tra Londra e Bruxelles avvenga in condizioni penalizzanti, hanno dato il via a una corsa al ribasso che ha portato il cambio tra la sterlina e il dollaro USA ai minimi degli ultimi trent’anni. Nelle prime ore di ieri sono crollati anche gli indici della Borsa di Londra, che si sono ripresi solo in parte.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy