Germania, doppia esplosione: un morto e sei feriti

Un morto, sei feriti e sei dispersi. È questo il primo bilancio dell’esplosione di un impianto industriale nel porto fluviale di Ludwigshafen, in Germania. Per contenere i danni causati dai fumi tossici, le autorità cittadine hanno invitato la popolazione a rimanere in casa, chiudere porte e finestre e spegnere gli impianti di condizionamento.

L’esplosione è avvenuta intorno alle 11 di stamattina in un impianto gestito da BASF, il colosso tedesco dell’industria chimica. Secondo i portavoce del gruppo, la detonazione sarebbe avvenuta a causa di lavori alle tubature usate per trasbordare petrolio e altri liquidi e gas infiammabili dalle navi agli stabilimenti di trasformazione. BASF ha bloccato tutti i lavori nell’impianto coinvolto.

Ludwigshafen ha uno dei più trafficati scali merci sul fiume Reno: la zona industriale ospita alcuni fra i più importanti stabilimenti chimici tedeschi. La città si trova nel Land Renania-Palatinato; il Reno la separa da Mannheim, che invece fa parte del Baden-Württemberg. Anche qui le autorità hanno consigliato ai cittadini di non uscire di casa.

L’incidente di Ludwigshafen arriva poche ore dopo un’altra esplosione in uno stabilimento BASF: a Lampertheim, in Assia, intorno alle otto e mezzo di stamattina è esploso un filtro in un impianto che produce additivi per materie plastiche. In questo caso i feriti sono stati quattro, ma non è stato diramato alcun allarme per nubi tossiche.

La dinamica dei fatti – due esplosioni in stabilimenti industriali gestiti dalla stessa azienda, a pochi chilometri di distanza e a poco più di due ore e mezzo l’uno dall’altro –, oltre alla reticenza degli inquirenti, ha alimentato i sospetti che non si sia trattato solo di una coincidenza. Ma secondo quanto ha scritto l’agenzia DPA, finora la polizia di Ludwigshafen non ha trovato alcun indizio che faccia propendere per l’ipotesi di un attentato.

F.M.R.