Per lei il regalo di Natale è arrivato in anticipo. Per la sua mamma, invece, si tratta di un vero e proprio miracolo. Il miracolo è la sostituzione di un organo del sistema emopoietico importante come la milza, con un rene. Lo ‘scambio’ di organi è avvenuto qualche giorno fa all’ospedale Le Molinette di Torino, dove ad una bimba di 6 anni in dialisi dalla nascita per una rarissima anomalia dello sviluppo del rene, associata a una complessa malformazione dei vasi sanguigni addominali, è stato eseguito l’intervento eccezionale, annunciato come una prima mondiale. Una tecnica innovativa e rivoluzionaria su una piccola malata che dalla nascita non ha potuto bere e urinare.
“Un miracolo, mia figlia ha avuto il regalo di Natale più bello, ora può finalmente cominciare a vivere”. A stento Laura, la mamma della bambina di Mondovì, in provincia di Cuneo, riesce a trattenere le lacrime di gioia . “Adesso mia figlia potrà essere una bambina normale, cosa che in sei anni non è mai stata – ha commentato Laura -. Non ci aspettavamo un risultato così positivo e invece è andato tutto bene. Sono stati grandi. Adesso sta reagendo bene, se la sta cavando bene”.
Degli anni vissuti sin qui, la donna dice che sono stati “strazianti, un inferno. Non puoi avere una vita normale quando sei nelle condizioni di mia figlia. Viveva più in ospedale che fuori e solo ultimamente aveva cominciato ad andare qualche giorno all’asilo, dove è stata ben accolta anche perché le maestre avevano spiegato la situazione agli altri bambini”. Adesso lo sguardo è al futuro. “Speriamo che il prossimo anno possa andare in prima elementare” dice Laura con gli occhi che brillano prima di ringraziare l’equipe medica e chi, con la sua donazione, ha permesso tutto questo. E poi un pensiero ai genitori come lei: “A loro dico di non perdere la speranza. I miracoli accadono”.
I sanitari, da parte loro, fanno sapere che “la bambina ora sta molto bene, ha ripreso a urinare immediatamente e finalmente a bere dopo 6 anni di anuria e di divieto assoluto di bere, diventato ormai insostenibile”. Era già stato tentato un trapianto di rene nell’agosto 2014, che purtroppo non aveva ripreso a funzionare a causa delle anomalie vascolari. Il sistema immunitario della bambina aveva però risposto “in maniera vigorosa allo stimolo rappresentato dalle caratteristiche tessutali incompatibili del rene trapiantato”, spiegano i medici.
Un ulteriore trapianto di rene risultava dunque molto problematico, sia per la complessità del collegamento vascolare con la piccola ricevente, sia per la necessità di reperire un organo particolarmente compatibile. Poiché la dialisi richiede un accesso vascolare per consentire la purificazione del sangue tramite la macchina, le anomalie vascolari della piccola bambina ponevano anche il rischio di non poter più avvalersi di vasi adeguati, mettendone a rischio la vita.
Il caso di R. è stato seguito “con particolare passione e dedizione dall’équipe del trapianto renale pediatrico di Bruno Gianoglio (direttore di Nefrologia del Regina Margherita), che ha coinvolto tutte le figure professionali del Dipartimento dei trapianti”, riferiscono dalla struttura. La complessità chirurgica è stata gestita da Renato Romagnoli (del team di Mauro Salizzoni), dai chirurghi vascolari diretti da Maurizio Merlo e dall’équipe degli urologi di Paolo Gontero, entrambi dedicati al trapianto renale dell’adulto dell’ospedale Molinette, in stretta collaborazione con Licia Peruzzi, responsabile clinica del trapianto renale pediatrico, e con gli anestesisti del gruppo di Pier Paolo Donadio, professionisti dedicati alle Molinette al trapianto di fegato e di rene su pazienti adulti e pediatrici.
La particolare malformazione della bambina rendeva impossibile l’impianto del rene donato con la classica tecnica convenzionale. L’unica possibilità per poter eseguire il trapianto nella cavità addominale era quindi quella di utilizzare un’altra via di collegamento al circolo sanguigno. Inoltre la particolare condizione immunologica della bambina, che rendeva pressoché impossibile trovare un donatore compatibile, è stata gestita dall’Immunogenetica dei trapianti, diretta da Antonio Amoroso, che ha identificato con tecniche avanzate quali potessero essere gli abbinamenti giusti per il trapianto. Così, con il supporto del Centro regionale trapianti, la bambina è stata iscritta nella lista di urgenza nazionale.
Contestualmente, presso il Centro trapianto renale pediatrico è stata effettuata una complessa rimozione degli anticorpi anti-tessuto. L’Immunogenetica ha continuato a monitorare costantemente il livello degli anticorpi fino a rendere possibile il trapianto. Finalmente il 9 dicembre scorso è stato segnalato dal Centro nazionale trapianti un potenziale donatore di un’altra regione, che presentava le caratteristiche immunogenetiche e cliniche giuste.
Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre la bimba è stata trapiantata. Per poter creare lo spazio necessario per il nuovo rene, è stata applicata una tecnica chirurgica innovativa e rivoluzionaria che ha comportato l’asportazione della milza e l’impianto del rene sui vasi splenici della stessa milza lungo il loro decorso dietro al pancreas.
L’uretere del rene trapiantato, sufficientemente lungo grazie alle dimensioni del donatore superiori rispetto alla statura della piccola, è stato poi impiantato direttamente sulla vescica.
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