L’Italia deve introdurre leggi che pongano limiti più stringenti per la partecipazione dei magistrati alla politica, e mettere fine alla possibilità per i giudici di mantenere il loro incarico se vengono eletti o nominati per posizioni negli enti locali. È una delle dodici raccomandazioni contenute nel rapporto di GRECO (Gruppo di 49 Stati contro la Corruzione, istituito nel 1999 nel quadro di un Accordo Parziale Allargato dal Consiglio d’Europa per monitorare il rispetto da parte degli Stati membri degli standard e delle norme anti-corruzione elaborate dall’organizzazione), organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, approvato il 21 ottobre scorso e reso pubblico oggi.
È chiaro che la legislazione italiana contiene diverse lacune e contraddizioni a tale riguardo che sollevano dubbi dal punto di vista della separazione dei poteri e della necessaria indipendenza e imparzialità dei giudici” osserva GRECO. L’organismo afferma che pur “riconoscendo l’indiscutibile reputazione, professionalità e impegno dei singoli magistrati” è suo compito “segnalare l’effetto negativo che qualsiasi presunta politicizzazione della professione può avere sulla percezione che i cittadini hanno dell’indipendenza dell’intera magistratura”.
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