Nel 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità cancellò l’omosessualità dal novero delle patologie psichiatriche. Per questo il 17 maggio si festeggia la Giornata Internazionale contro l’omofobia.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio scritto, dichiara che ”la denuncia e il contrasto all’omofobia devono costituire un impegno fermo e costante non solo per le istituzioni ma per la società tutta”.
”Esprimo la mia vicinanza – continua Napolitano -a quanti sono stati vittime di intollerabili aggressioni e a quanti subiscono episodi di discriminazione che hanno per oggetto il loro orientamento sessuale. Un pensiero particolare va a quei giovani che per questo hanno subito odiosi atti di bullismo che, oltre ad aggravare le manifestazioni di discriminazione, alimentano pregiudizi e dannosi stereotipi”.
Durante la cerimonia di celebrazione per la giornata contro l’omofobia, la presidente della Camera Laura Bordini ha preso una posizione netta. “”Gli omosessuali devono veder riconosciute giuridicamente le loro unioni anche in Italia. Un atto necessario anche perché questo avviene in 19 Paesi europei. È l’Europa che ce lo chiede, non solo quindi in tema di rispetto di bilanci, ma sul versante dei diritti”. Boldrini mette l’accento sul fatto che “riconoscere diritti a chi non ne ha non significa toglierne ad altri. Siamo uguali perché abbiamo gli stessi diritti”.
Anche il presidente del Senato Pietro Grasso si è espresso chiaramente sul tema: ”Sono veramente e umanamente preoccupato per gli omofobi, anche se il termine non mi piace. Una corretta educazione su questi temi la dobbiamo fare soprattutto per loro, per chi soffre di questa presunta fobia per chi vive male, sopraffatto da un’irrazionale paura, dal terrore di uscire di casa. È un problema sociale – sottolinea ancora Grasso – che dobbiamo affrontare davvero, da subito, a partire dai più giovani. Dobbiamo farlo insieme, le istituzioni con le associazioni. Liberiamo gli omofobi dalle loro paure. Vivranno meglio loro, vivremo meglio tutti”.
C.D.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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