La serie A chiude i battenti emettendo gli ultimi due verdetti: Milan e non Fiorentina (ci sarà l’Europa League per i viola) in Champions League anche se dalla porta di servizio dei preliminari; Udinese e non Lazio in Europa League il cui ultimo posto a disposizione se lo contenderanno le due romane nella finale di Coppa Italia di domenica.
Per quanto riguarda le sfide incrociate per il terzo posto, la Fiorentina, come da pronostico, fa un’allegra scampagnata sul campo di un derelitto Pescara, travolgendo i padroni di casa sotto il fardello di un pesantissimo 5-1 con in copertina un sontuoso Ljajic autore di una tripletta, incastonata in un diadema di grande gioco di cui il sempre troppo sottostimato Montella deve essere orgoglioso. Tante cose belle ma per Firenze sarà una serata di grande amarezza. Perché, nel frattempo, a Siena accade l’incredibile: prima il Milan non riesce a sfondare il muro innalzato dai bianconeri a difesa di Pegolo, poi è lo stesso portiere senese ad ingaggiare (e a vincere) il suo personale duello con le bordate di Balotelli che gli piovono addosso da ogni dove, poi quello che non ti aspetti: inzuccata precisa di Terzi, difesa rossonera in fase rem e Abbiati in versione statua di sale. Il già retrocesso Siena è in vantaggio su una squadra che avrebbe il pio desiderio di confrontarsi il prossimo anno con i giganti europei! Il Siena regge, la Fiorentina che ha già archiviato la pratica ancora non ci crede, la partita del Franchi s’incattivisce e il diavolo resta anche in dieci (Ambrosini espulso). Sembra incredibile, ma ora il miracolo sarebbe proprio il Milan al terzo posto e a Firenze ora ci credono per davvero. Poi, in rapida successione, Bergonzi caccia via Terzi (espulsione sacrosanta) e ripristina la parità di uomini in campo. Quindi, negli ultimi dieci convulsi minuti, rigore reclamato da Balotelli (non c’era), un altro cercato dallo stesso Balo (non fa nulla per restare in piedi, ma tant’è) e stavolta concesso: 1-1 con lo stesso superMario, come al solito implacabile dagli undici metri. Partita rimessa in piedi, ma ancora non è sufficiente: a decidere il più improbabile degli eroi, un Philippe Mexès in libera uscita che riesce a superare in seconda battuta le ultime resistenze di Pegolo. Milan in Champions, Fiorentina delusa, dirigenti molto polemici con l’arbitraggio di Bergonzi (per Pradè “era tutto scritto”) ma il peggio doveva ancora venire. Ed è arrivato, puntuale come un orologio svizzero, in tarda serata, alla stazione di Campo di Marte: un nutrito gruppo di tifosi viola ha aspettato l’intera delegazione rossonera, in attesa di prendere il convoglio per Milano e sono piovuti cori (“sapete solo rubare”), insulti e, come ormai immancabile corollario, ululati all’indirizzo di Robinho e Balotelli. La polizia interviene per calmare gli animi del primo, fa un po’ più di fatica con Balo ma riesce ad evitare il contatto fisico con i contestatori. A fatica si ripristina la calma e il treno può partire alle 1.15 con quasi mezz’ora di ritardo. E Balotelli non le ha mandate a dire e ha “cinguettato” così: “Se me ne vado dal campo in risposta a buu razzisti lascerei la mia squadra in 10? Io la rivedrei questa regola perché è davvero inumana”.
L’altro verdetto atteso ha fatto registrare l’ennesima gioia friulana ai danni della Lazio. È il terzo anno di fila che le due squadre si contendono un traguardo europeo (non la Champions, stavolta) e a tagliare per prima il traguardo è sempre la formazione dell’ottimo Guidolin. Un tecnico bravo come pochissimi altri in giro. Infatti, a Udine se lo tengono stretto. I bianconeri hanno passeggiato per 5-2 sulle macerie dell’Inter che, invece, non sembra più così convinta di tenere Stramaccioni e si è inserita prepotentemente nella corsa a Mazzarri, ora libero. E per molti, Moratti avrebbe sopravanzato la Roma, da tempo sulle tracce del tecnico toscano. Tornando al match di S.Siro, oltre ad una perla di rara bellezza dell’initramontabile Di Natale, c’è da segnalare che, dopo 10 minuti, la partita era già finita. E con essa le residue speranze biancocelesti di sorpassare i friulani. Lazio che, sul neutro di Trieste, già partita poco convinta e con la testa alla rivisitazione moderna di “Orazi e Curiazi”, si è poi colpevolmente accomodata su ritmi da crociera e così non solo non è arrivata la vittoria che era una condicio sine qua non per l’Europa, ma è arrivato il gol- vittoria rossoblu firmato da Dessena (più una traversa di Avelar e solite prodezze sparse di Marchetti) e il sorpasso beffardo della Roma, vincitrice 2-1 sul Napoli. Domenica, però, nessuna delle due potrà più fare calcoli.
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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