“Paga o ti stacchiamo la corrente”, pena la sospensione della fornitura. Potrebbe accadere anche questo, perché la morosità non si basa sul quantum a dare. Ma quando l’importo da saldare è pari a un centesimo, allora si può anche ritenere esagerata la raccomandata con ricevuta di ritorno con la quale il fornitore di energia – Audax Energia di Vinovo (Torino) – ha notificato ad un’anziana signora di Pordenone, vedova da pochi giorni, la sua inadempienza nei confronti della società erogatrice di servizio elettrico.
“A seguito di un controllo contabile interno – si legge nel testo delle morosità per l’energia elettrica – abbiamo riscontrato che non risultano ancora saldate le fatture, di seguito meglio elencate, per l’utilizzo del servizio di fornitura di energia elettrica”.
Totale del dovuto, appunto, un centesimo. Cifra che dovrà essere saldata tramite bonifico bancario in unica soluzione.
“Una volta effettuato il pagamento di quanto richiesto – continua la nota – la preghiamo di inviare copia della contabile comprovante l’avvenuto versamento via fax oppure inviare una mail. In caso di mancato pagamento verrà effettuata la sospensione della fornitura”.
“Valuteremo perché è accaduto visto che c’erano altre modalità di recupero di quella somma per un cliente ancora attivo”, rispondono da Audax energia, l’azienda di Vinovo (Torino). “Le diciture di questi solleciti sono standard – hanno spiegato dall’azienda torinese, interpellata dall’ANSA – e valgono qualunque sia la cifra, così come sono perentori i termini per saldare il dovuto e non incorrere in ulteriori sanzioni. Per ora possiamo solo confermare l’originalità della missiva: la raccomandata è stata inviata da noi, ma dobbiamo capire perché sia stata recapitata con quelle modalità e per quella cifra. Quando avremo completato le verifiche saremo più precisi. Ci scusiamo in anticipo per gli inconvenienti che possono essere derivati da questa comunicazione”.
Ma il Codacons ha deciso di denunciare l’azienda di Vinovo alla Procura di Pordenone chiedendo di aprire un’indagine sul caso e valutare il comportamento della società alla luce di possibili reati compreso quello di violenza privata per l’invio di un avviso per morosità a una donna anziana, minacciando l’interruzione della fornitura per un debito ridicolo. “Si tratta di un comportamento inaccettabile e le giustificazioni dell’azienda non appaiono condivisibili – spiega il presidente Carlo Rienzi – Esistono procedure ben precise per recuperare debiti reali o presunti, e diverse strade da intraprendere prima di arrivare all’interruzione della fornitura elettrica.
Un comportamento inaccettabile “anche perché riguarda una persona anziana, rimasta vedova da pochissimi giorni”: rimarca Franco Rossetto, fratello di Adolfo, morto di recente, il ‘moroso’ per il quale è stata aperta la procedura di messa in mora. “Mia cognata ha ricevuto la raccomandata una settimana dopo il decesso del marito. Non possiamo imputare nulla all’azienda rispetto a questa circostanza – specifica il cognato della vedova – perché non potevano sapere del lutto, ma vi potete immaginare la reazione quando lei ha letto che se non pagava con tempestività le avrebbero staccato la corrente”. “Non riusciamo a darci una spiegazione dell’accaduto, che non ha alcun senso – ha concluso il fratello – Avrebbero potuto inserire il centesimo nella prossima bolletta invece di inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno per questo spiacevole sollecito. Perla finale il costo del pagamento: siccome si può fare unicamente con bonifico, la banca ci chiede cinque euro come per qualunque altra operazione di questo tipo. Ecco che il centesimo è diventato ben altra cosa”.
Anche per il gestore in posizione di credito quel centesimo ha comunque un costo che va ben oltre, se si pensa al tempo impiegato per la stesura della nota e a successivo invio a mezzo raccomandata r.r. (5 euro). Ma questa lettera, la firma di un qualsiasi responsabile l’avrà pur avuta in calce. E, allora, non sarebbe stato opportuno leggere prima di firmare?
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