L’emendamento è LEGGE! L’atto di conversione del decreto in cui è stato introdotto l’emendamento, dopo essere passato in Senato e alla Camera, è stato controfirmato dal Presidente della Repubblica e pubblicato sull’edizione della Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.284 del 05-12-2017 con entrata in vigore il 6 Dicembre 2017 come legge 4 dicembre 2017, n. 172. http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2017-12-05&atto.codiceRedazionale=17G00186&elenco30giorni=false Pertanto, a quest punto, potete firmare una liberatoria (meglio che la scuola ne metta a disposizione un modello) e ridare ai vostri figli l’autonomia di intraprendere il percorso casa-scuola in maniera autonoma. Voglio ringraziare tutti i 21387 sostenitori, in particolare chi ha permesso che questa petizione arrivasse alla ribalta nazionale (il gentilissimo Dott. Frediano Finucci de La7 e il Dott. Paolo Rappellino di Famiglia Cristiana), chi ha invece divulgato la notizia a livello locale nella città in cui vivo (Paola Enrica Polidoro e Sandro Mariani), chi mi ha contattato per spiegarmi la storia della propria città, chi mi ha semplicemente incitato ad andare avanti. Ringrazio mia moglie Francesca Romana Ricciuti che è stata la complice perfetta per la petizione. Per me (che lavoro nell’ICT – Information and Communication Technology) è stato anche un modo per confermare che un uso proficuo dei social network è possibile, e sopratutto è stato un mezzo che mi ha dato maggiore fiducia nel prossimo. Questo non lo considero per me un arrivo, ma un nuovo punto di partenza per altre battaglie di civiltà, a partire dalla sicurezza sismica degli edifici scolastici! Grazie ancora a tutti, di cuore.Mentre il governo è alle prese con fake news e sondaggi da esaminare accuratamente in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, le famiglie italiane si trovano invece di fronte a problemi drammaticamente reali che non hanno bisogno di alcun rilevamento statistico per essere compresi. Parliamo dell’uscita dagli istituti scolastici di milioni di ragazzi di età inferiore ai 14 anni, e della sentenza della corte di Cassazione del 23 maggio 2017 (n. 21593, depositata il 19 settembre scorso) che obbliga il personale scolastico alla vigilanza sui minori fino a quando non si presenti un genitore, un nonno o una persona delegata, a prelevare l’alunno da scuola.
Così da circa dieci giorni, dopo la circolare della ministra all’Istruzione Valeria Fedeli, rivolta ai presidi, i genitori italiani sono in stato di agitazione.
Scene di panico al termine delle lezioni, orde di genitori e “delegati” con documenti identificativi alla mano che attendono la consegna brevi manu del proprio ragazzo, uscite ingorgate e file interminabili. “Devo prendere il permesso dal lavoro” afferma Claudia, una mamma della provincia di Viterbo, per prendere mio figlio e fargli solamente attraversare la strada, visto che abitiamo di fronte alla scuola”. C’è poi il problema di chi rientra con lo scuolabus, perché almeno un genitore (previa autorizzazione) deve farsi carico di portare i ragazzi fino al pulmino.
Giovani che spesso non si fanno scrupolo di ‘bullizzare’ la compagna più debole, o di offrire – nonostante la giovanissima età – prestazioni sessuali in cambio di semplici ricariche telefoniche, che da oggi non potranno più camminare per strada di casa da soli, perlomeno quando escono da scuola.
Ma la Ministra ha pronta anche la ricetta:
“Usate i nonni, per loro è un gran piacere andare a prendere i nipotini”.
Peccato che molti nonni siano costretti a frequentare ancora il mondo del lavoro per mantenere figli e nipoti. Insomma una matassa difficile da sbrogliare, che va inoltre ad indebolire la figura genitoriale: da sempre sono mamma e papà che decidono se i propri figli sono sufficientemente maturi per affrontare qualsiasi evento e situazione della propria vita, che valutano la loro idoneità alla autodeterminazione e alla consapevolezza delle proprie azioni sul mondo esterno. Bene, non è questo il caso. Niente autonomia nel tornare da scuola (mentre all’andata si può tranquillamente essere investiti da un tir o adescati da un pusher), mentre ancora la Fedeli suggerisce: “Se volete far sperimentare ai ragazzi un’autonomia lo si può fare non nel rapporto casa-scuola-casa”. Parole che farebbero rabbrividire da Rousseau a Maria Montessori e che vedono di tutt’altro avviso il segretario del Pd Matteo Renzi:
“Quando ho letto che noi genitori siamo obbligati a riprendere i figli da scuola sono rimasto allibito. Il punto è che la legislazione italiana tutela il minore, e fa benissimo, ma dimentica l’autonomia che è valore educativo e pedagogico importantissimo”.
Le sue parole, rivolte a nuora perché suocera intenda, speriamo velocizzino l’iter di presentazione dell’emendamento che modifica la regola, al momento in discussione alla legge sul Bilancio.
Benedetta Ferrari
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