Per le elezioni 2018, che si svolgeranno il prossimo 4 marzo, CasaPound ha lanciato una raccolta firme che nel fine settimana appena trascorso ha mobilitato le oltre cento sezioni sparse in tutta Italia. La chiamata a raccolta dei simpatizzanti è stata organizzata per mettere insieme le firme necessarie alla presentazione delle liste dei candidati alle elezioni politiche e regionali.
Questa due giorni necessaria a Cpi perché con i suoi rappresentanti possa finalmente essere presente nelle sedi istituzionali – Camera, Senato e Regione – fino ad oggi interdette, ha registrato un’affluenza di pubblico al di sopra di qualsiasi aspettativa. Anche i vertici sono rimasti favorevolmente colpiti dai numeri ma anche sorpresi dell’eterogeneità del potenziale elettorato. A Roma, davanti la sede centrale di via Napoleone III 8 la fila dei simpatizzanti ieri sera, poco prima della chiusura, sembrava non finire: neanche il più ottimista dei militanti della Tartaruga Frecciata poteva attendersi un tale riscontro e una tale risposta da parte dei cittadini.
File e file di elettori si sono formate non solo di fronte alla sede storica ma anche nei banchetti di CPI dislocati in tutta Italia. Una folla eterogenea e variegata, per estrazione sociale, età e provenienza politica, dall’operaio in cassa integrazione al notaio, dall’over 60 al millennial diciannovenne al suo primo voto, dal nostalgico ex missino al deluso di Sinistra.
Chi pensava che l’elettorato di CasaPound fosse per lo più giovane e giovanissimo, rispecchiando l’età media dei militanti, si deve ricredere, perché i certificatori si sono visti comparire davanti signore in età avanzata, alcune accompagnate, altre sole. Famiglie intere hanno lasciato la propria firma sotto i controlli militarmente scrupolosi degli addetti alla raccolta firme ( “Vogliamo che tutto sia in regola e giuridicamente corretto com’è giusto che sia” ci ha confidato una certificatrice), e chi si aspettava il classico “fascistone” rasato in testa e tatuatissimo ha dovuto capitolare di fronte a mammine, signore bene con il cagnolino in braccio e addirittura ex militanti di Sinistra.
“Ho sempre votato i compagni”, confessa ad ‘Affari italiani’ un signore sulla cinquantina che ha trascinato di peso la moglie a depositare la firma. “Ma hanno finito di deludermi, sono stufo di votarli per farli poi sedere nei salotti. Voto CasaPound perché, al Municipio V dove abito, si danno da fare sul territorio, sono presenti sempre, e se chiedi aiuto ci sono. Fanno quello che faceva la Sinistra una volta.”
“Ma sono dichiaratamente fascisti” gli ricorda l’intervistatore. “A me sembra che i “fascisti” siano quelli che affamano il paese e che ci lasciano allo sbando totale” risponde piccato. “Io votavo rifondazione comunista, e prima ancora votavo PCI. Evidentemente, le mie idee adesso le ritrovo in CasaPound, e sono qui perché voglio che entrino in Parlamento a far tremare la poltrona sotto il c..o a quei mangiapane a tradimento dei deputati e senatori”.
CasaPound può quindi contare oggi su un elettorato trasversale, su un bacino di voti potenzialmente sconfinato e difficile da catturare con le rilevazioni dei sondaggi. Se il buongiorno si vede dal mattino, salvo sorprese, CPI dovrebbe proseguire sulla strada intrapresa a Lucca e a Ostia, approdando finalmente anche in Parlamento e alla Regione Lazio.
Come si usa dire ” A MALI ESTREMI ESTREMI RIMEDI” Ve lo siete voluta
E non è detto, allo stato dell’arte, che il rimedio non sia quello che effettivamente può risanare una situazione che ormai lascia intravedere il fondo. Un saluto
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