Cinque anni con Papa Francesco. Esattamente cinque anni fa, la sera del 13 marzo del 2013, al quinto scrutinio il gesuita cardinale Jorge Mario Bergoglio, già vescovo ausiliare di Buenos Aires, veniva eletto 266esima guida della Chiesa di Roma. Con il nuovo Pontefice che scelse il nome Francesco in onore di San Francesco d’Assisi, per la Chiesa e per il mondo si apriva un capitolo nuovo, più attuale e moderno per alcuni, troppo spregiudicato per altri.
Due encicliche e altrettante esortazioni apostoliche, 23 motu proprio, due Sinodi, un Giubileo, 22 viaggi internazionali con oltre 30 Paesi visitati, 17 visite pastorali in Italia, 8 cicli di catechesi all’udienza generale, quasi 600 omelie durante le Messe a Santa Marta, oltre a decine di discorsi, messaggi, lettere. Un magistero delle parole e dei gesti che sulle reti sociali ha attratto 46 milioni di follower su Twitter e oltre 5 milioni su Instagram. Un’attrazione facilitata da un modo di comunicare agile, immediato, che si può sintetizzare in poche semplici, essenziali parole: fratellanza, amore, fiducia – le prime parole con le quali si presentò quella sera di cinque anni fa colui che era venuto “dai confini del mondo”- e poi dialogo, famiglia, giovani. Tra discorsi e documenti, il messaggio di Papa Francesco ha una forza straordinaria raggiungere e conquistare il cuore di chi vuole ascoltarlo.
E se, dicevamo prima, così non è per tutti – nell’agosto scorso 62 cattolici resero pubblica la loro lettera nella quale accusavano Bergoglio di 7 eresie – Benedetto XVI è sceso in campo in difesa del Pontificato del suo successore. Il Papa emerito ha contestato in una lettera lo “stolto pregiudizio per cui Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica”. A rendere pubblico lo scritto il prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Viganò: una breve ma significativa al prefetto della Segreteria per la comunicazione, in occasione della presentazione della collana “La Teologia di Papa Francesco”, pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana.
La teologia di papa Francesco esiste eccome. Parola di Benedetto XVI, per il quale l’attuale Pontefice «è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica». E sbaglia dunque chi sostiene il contrario.
«Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI in riferimento alla collana – che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». «I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».
La lettera del Papa Emerito Benedetto XVI
«Una profezia che parla con le parole, ma anche e soprattutto con i gesti». Egli annuncia «un tempo di misericordia, particolarmente propizio in un periodo storico segnato da brutale violenza, dal dominio del “dio-denaro” e dalla globalizzazione dell’indifferenza». Questa “rivoluzione” introduce perciò, ha aggiunto il porporato, «una mistica dagli occhi aperti ai bisogni del fratello, associata a una antropologia che coniuga storicità e trascendenza dell’uomo».
Papa Bergoglio «non è dunque un liberale, ma un radicale». Va cioè alla radice del Vangelo e invita gli uomini a «lasciarsi guidare dalla pedagogia di Dio».
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