“Abbandonare degli immigrati in un bosco italiano non può essere considerato un errore o un incidente. Quanto successo a Claviere è un’offesa senza precedenti nei confronti del nostro Paese, e mi chiedo se gli organismi internazionali – a partire dall’Onu fino all’Europa – non trovino “vomitevole” lasciare delle persone in una zona isolata senza assistenza. Siamo di fronte a una vergogna internazionale, e il signor Macron non può far finta di nulla. Non accettiamo le scuse. Pretendiamo risposte chiare, rapide e inequivocabili da Parigi”. Questa la dura e polemica risposta di Matteo Salvini, ministro dell’Interno, in merito alla vicenda di Claviere, piccolo paese piemontese dove, lo scorso venerdì, la gendarmerie ha abbandonato dei migranti di origine nigeriana.
Dopo l’irruzione di una pattuglia di doganieri transalpini, avvenuta lo scorso marzo nel centro migranti di Bardonecchia, il caso Claviere riapre la questione internazionale di gestione migranti. Da un rapporto della questura di Torino, sulla base di rivelazioni fornite da due agenti della Digos, è emerso un nuovo caso diplomatico tra Roma e Parigi. Secondo il racconto, i due poliziotti avrebbero visto scendere due persone di origine africana da un furgone della gendarmerie sulla strada che da Claviere conduce a Cesana, in Valle di Susa. I due extracomunitari sarebbero stati incitati dai gendarmi ad inoltrarsi nei boschi mentre il furgone ripartiva verso il confine. A rendere ufficiale questo episodio è stata una fotografia scattata dai poliziotti che ha ripreso la targa incriminata.
“Chi erano questi immigrati? Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati? E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Perché i francesi parlano di ‘gendarmi che non conoscevano la strada’, se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo”, ha aggiunto il vicepremier Salvini accusando la Francia di riportare i migranti in Italia.
Da Parigi arrivano scuse e rammarico. Si sarebbe trattato di un errore dovuto all’inesperienza dei gendarmi neo assunti che ”non conoscevano bene il posto”, ha spiegato così Cécile Bigot-Dekeyzer, prefetta della regione francese Hautes-Alpes. Anche se si trattasse di un errore, la vicenda “se confermata sarebbe grave e surreale”, ha commentato così il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi. Mentre per il procuratore Armando Spataro si prospetta una nuova e difficile partita con l’autorità giudiziaria francese.
Questo episodio ha reso ufficiali dunque quelle voci che giravano da tempo ma che fino ad ora non avevano mai trovato un riscontro pratico. Le autorità italiane auspicano una collaborazione da parte della Francia rispetto al due di picche ricevuto con il caso Bardonecchia dove lo stato francese non aveva fornito nemmeno le generalità dei componenti della pattuglia coinvolta nell’irruzione nella Ong torinese.
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