I primi tre li hanno già arrestati. La polizia e i carabinieri sono sulle tracce di un quarto ma secondo quanto dichiarato da un’amica della ragazza uccisa nelle 12 ore intercorse dal momento in cui Desiree è stata drogata per poi morire dopo efferate violenze per mano dei suoi carnefici, allo stupro e all’omicidio sarebbero state presenti non meno di 7-8 persone. Gli inquirenti sarebbero sulle tracce di tutti i balordi che tra giovedì e venerdì scorso erano presenti nello stabile abbandonato di San Lorenzo dove è avvenuto lo scempio.
Più che grande clamore il fatto ha sollevato preoccupazione e indignazione tra i cittadini che secondo indiscrezioni, confermate dalla polizia, avrebbero dato vita a ronde antiviolenza.
Dunque, rispetto alla visita fatta ieri mattina dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, accolto da applausi e contestazioni, il clima sulla base di una serie di considerazioni incontrovertibili avrebbe girato il timone in favore di interventi più radicali ed incisivi sul piano dell’ordine pubblico. Il ministro, durante la visita di ieri ha confermato che sarà rafforzata la presenza delle forze dell’ordine nel noto quartiere romano, tra l’altro centro di manifestazioni legate alla movida romana. A questo punto sembra di capire che i più preoccupati sono proprio i cittadini di san Lorenzo alle prese con fenomeni criminali assolutamente fuori controllo. Da qui la risposta delle ronde, nel momento in cui tutti ormai sono d’accordo sull’esigenza di una risposta forte rispetto al degrado sociale del quartiere.
Tre le persone fermate, con permesso di soggiorno scaduto – uno dei tre è stato raggiunto nel 2017 da decreto di espulsione, ma resosi irreperibile era stato fermato solo il 22 luglio scorso – in stato di arresto per omicidio volontario, violenza sessuale di gruppo e spaccio di stupefacenti. Due sono senegalesi, 27 e 43 anni, il terzo è nigeriano, 46 anni, tutti con precedenti per spaccio. Si cerca un quarto complice.
Da stamani a San Lorenzo sono in azione ronde di volontari per “difendere gli abitanti del quartiere”. “Stamani ci hanno chiamato da un pub – racconta Valerio, uno delle ronde – dove uno straniero infastidiva le ragazze che stavano andando a scuola. Abbiamo chiamato la polizia ed è stato bloccato”. Valerio, palestrato e pieno di tatuaggi, aggiunge: “Siamo una decina di persone. I giustizieri” dice ridendo. “Ma non abbiamo mai contatti, ci limitiamo a chiamare la polizia”. “Ci occupiamo – prosegue Valerio – di difendere gli abitanti del quartiere e lo facciamo da 5/6 anni”. Mentre parla un nordafricano a pochi passi barcolla e ha in mano una bottiglia di birra. “Fra qualche ora quello – dice Valerio indicando l’immigrato – comincerà a fare casino. Noi lo controlleremo e poi chiameremo la polizia”. Mentre Valerio cammina nelle strade di San Lorenzo molti abitanti lo salutano affettuosamente. “Non siamo razzisti finché – sottolinea – non ci rompono le scatole”. Ci tiene a sottolineare che il suo gruppo non c’entra nulla con il Comitato di quartiere e in tono sprezzante aggiunge: “Quelli si occupano di panchine”. Sulla visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini nel quartiere commenta: “Noi stiamo con Salvini, quelli che lo hanno contestato ieri non abitavano certo qui”.
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