Se ne sa ancora relativamente poco e al suo arrivo sul mercato, sempre che non vi siano intoppi, mancano ancora 12 mesi. Libra, la criptovaluta di Facebook si appresta a rivoluzionare il mondo dei pagamenti digitali e ultimare il lavoro fatto da Bitcoin (& co.), la regina delle monete elettroniche creata nel 2009 da un anonimo conosciuto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, allo scopo ufficiale di alleggerire le transazioni finanziarie e commerciali dai pesi, dai balzelli e dai rischi che promanano dalle società d’intermediazione commerciale. Ma nella realtà con il fine di consentire operazioni di acquisto/vendita in maniera veloce, poco costosa e soprattutto anonima.
Il nome “Libra” si ispira alla libbra, l’unità di misura di origine romana da cui è nato il termine bilancia. Ma è anche il segno astrologico per la giustizia e la parola francese per la libertà, come ha spiegato David Marcus, ex presidente di PayPal, assunto da Zuckerberg nel 2014, che ha concepito il progetto Libra. “Libertà, giustizia e denaro, che è esattamente quello che stiamo cercando di fare qui”, ha dichiarato Marcus.
Le sue potenzialità sono infinite, così come la sua ambizione di diventare una valuta sovranazionale in competizione con dollaro ed euro. Una moneta sovranazionale che non risponde alle regole delle Banche centrali. “Aspiriamo a rendere facile per tutti inviare e ricevere soldi proprio come si usano le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto”. Scrive su Facebook il fondatore Mark Zuckerberg che spiega come il “denaro mobile” aumenta la sicurezza e “questo è particolarmente importante per le persone che non hanno accesso alle banche tradizionali” (ci sono circa un miliardo di persone che non hanno un conto in banca ma hanno un cellulare).
La missione di Libra è dunque quella di creare una semplice infrastruttura finanziaria globale che abiliti miliardi di persone in tutto il mondo. “Essere in grado di utilizzare il denaro virtuale – dichiara Zuckerberg – può avere un importante impatto positivo sulla vita delle persone perché non si deve sempre portare denaro contante, che può essere insicuro, o pagare commissioni extra per i trasferimenti”. Libra ha però anche l’ambizione di scardinare il sistema finanziario globale, posizionandosi come moneta sovranazionale. L’obiettivo di Libra e dei suoi ideatori è dunque quello di dare stabilità alla valuta digitale.
Ma l’aspetto più dirompente della nuova valuta è proprio l’uso della blockchain. Questa infatti consentirà di pagare facendo transitare Libra sulla “catena di blocchi” e non sui classici sistemi di pagamento (paypall, circuito Visa, ecc). Inoltre, il vantaggio è anche il fatto che potrebbero esserci zero costi di commissione. E dunque nel trasferimento di moneta digitale da un soggetto ad un altro non si dovrebbe pagare neanche una Libra extra. Il prossimo passo della neo-nata è l’uso all’interno dei negozi, virtuali e non. L’obiettivo è dunque quello che i commercianti stessi inizino a stabilire i prezzi in Libra e non più in dollari o euro.
Chi è coinvolto nel progetto di Libra
Facebook ha deciso di affidare la gestione di Libra ad un’entità indipendente, con sede a Ginevra (Svizzera). I membri fondatori di Libra sono Mastercard, PayPal, PayU, Stripe e Visa nel settore dei pagamenti. Nel settore delle tecnologie troviamo Booking Holdings, eBay, Facebook/Calibra, Farfetch, Lyft, Mercado Pago, Spotify Technology S.A e Uber Technologies. Per quanto riguarda le tlc tra i fondatori ci sono Iliad e Vodafone Group, mentre nella tecnologia blockchain Anchorage, Bison Trails, Coinbase, Xapo Holdings risultano tra i fondatori. Il settore finanziario vede invece la partecipazione di Andreessen Horowitz, Breakthrough Initiatives, Ribbit Capital, Thrive Capital, Union Square Ventures, mentre tra le Ong e istituzioni accademiche figurtano Creative Destruction Lab, Kiva, Mercy Corps e Women’s World Banking. Ma la squadra potrebbe ampliarsi ulteriormente dato che Zuckerberg spera di “avere oltre 100 membri co-fondatori della Libra Association entro il momento in cui verrà lanciato il network il prossimo anno”.
Probabilmente Zuckerberg ha deciso di lanciare questa moneta virtuale anche per sfruttare il momento difficile che coinvolgerà i big dell’e-commerce quando a breve, per settembre, si dovranno adeguare alle nuove regole europee sui pagamenti elettronici (Direttiva UE n. 2015/2366 sui servizi di pagamento PSD2). Saranno difatti richiesti ulteriori requisiti di sicurezza per i pagamenti oltre i 30 euro (Strong Customer Authentication) per ridurre le frodi e questo comporterà ovviamente importanti cambiamenti in merito a tecniche e processi. Ad esempio potrà essere richiesto al consumatore un ulteriore approvazione dell’acquisto effettuato inserendo un codice inviato dalla Banca o un’impronta digitale. Naturalmente introdurre una moneta virtuale, libera da tradizionali circuiti di controllo come quelli bancari, in tale complesso quadro regolatorio potrebbe essere una garanzia di successo, specialmente per una piattaforma social come Facebook già molto affermata in rete, ma che necessariamente vuole realizzare quell’ulteriore passo in avanti in termini di innovazione e qualità.
La rete di una moneta virtuale non utilizza un ente centrale, ma un database distribuito tra i nodi della rete, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali consentendo il possesso e il trasferimento anonimo delle monete. Del trasferimento di criptomoneta non rimane alcuna traccia, proprio perché il sistema non è dotato di un server centrale, ma si limita a memorizzare una lista di tutti i trasferimenti la cui consultazione, però, è consentita ai soli partecipanti al network. Ciò rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare criptomonete ai legittimi possessori o di svalutarla creando nuova moneta.
Il giudizio su Libra al momento è di luci e ombre.
Il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro in un’intervista rilasciata a “Il Mattino” il 20 giugno 2019 rivela altre preoccupazioni in quanto “l’idea di coniare criptovalute e allestire servizi bancari digitali non è solo la traslazione della logica della disintermediazione dal mondo valutario, né una banale questione di evoluzione tecnologica. Siamo in presenza di una questione di potere gigantesca che mette in gioco temi dall’impatto politico e sociale devastante. Il pericolo è chiaro: siamo di fronte a un processo che può portare a un sistema finanziario globale, parallelo, competitivo e tendenzialmente prevalente rispetto a quello regolato dalle autorità internazionali. Per le grandi piattaforme tecnologiche americane – ma non per quelle cinesi che godevano già di un enorme potere – è la chiusura del cerchio: il potere di battere moneta, simbolico di uno Stato sovrano, consegna ai colossi del web poteri illimitati”.
Tale preoccupazione unita al fatto che chi possiede la piattaforma nella quale si svolgono gli scambi monetari, è lo stesso soggetto che possiede le informazioni di miliardi di persone può trasformarsi in un autentico attentato alla democrazia, poiché ci si potrebbe trovare di fronte ad autentiche forme di discriminazione senza che vengano garantiti ai cittadini le più elementari forme di tutela.
Libra non convince nemmeno le autorità mondiali. Dal Financial Stability Board alla Fed passando per la Financial Conduct Authority è un coro di scetticismo e allerta sulla cripotvaluta di Facebook che, è il parere unanime, ha bisogno di un esame attento. E questo perché una sua introduzione comporterebbe da subito un ampio e diffuso uso a differenza del Bitcoin che, pur se in ascesa da anni, non è ancora arrivato al grande pubblico.
In una lettera inviata al G20, il presidente dell’Fsb e vice presidente della Fed Randal Quarles mette in guardia sui rischi legati a un uso diffuso delle valute digitali. “Anche se al momento i cryptoasset non rappresentano un rischio per la stabilità finanziaria” un uso diffuso di “nuovi tipi di criptoasset per i pagamenti merita un attento esame da parte delle autorità per assicurare siano soggette a elevati standard di regolamentazione” spiega Quarles, precisando che l’Fsb “monitorerà i rischi da vicino e in coordinamento con altre autorità”. Una posizione condivisa dal presidente della Fed, Jerome Powell, che ha ribadito l’impegno della banca centrale americana a valutare da vicino Libra. Gli fa eco il numero uno della Fca inglese, Andrew Bailey.
“Dobbiamo impegnarci a livello nazionale e internazionale con facebook e Libra. Non procederanno senza autorizzazione” dice Bailey, secondo quanto riportato dal Financial Times. Le parole di Bailey sono in linea con quello del governatore della Bank of England, Mark Carney, e con quelle dell’Ue, secondo la quale la concentrazione di dati personali e finanziari di Facebook richiede molta attenzione. Sul fronte politico Libra non convince neanche il Congresso americano, che ha convocato un’audizione sulla criptovaluta in luglio.
A.B.
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