La sicurezza sulle strade di Roma? Se fosse una conversazione frettolosa con la mia dirimpettaia che la mattina esce per portare a spasso il cane mentre io, sempre il ritardo, corro al lavoro, rispenderei lapidariamente: “Non parliamone”. Ma per dovere d’informazione è giusto si affronti l’annoso problema che ora, finalmente, vede scendere in forze il Mit, ministero infrastrutture e trasporti, con 78,5 milioni di euro a disposizione della Capitale. Recuperati e sbloccati dopo circa 30 anni, ora “sono a disposizione del Campidoglio per manutenzione e realizzazione infrastrutture in città”.
Con grande giubilo di Virginia Raggi che pensa di moltiplicarli per tutte le necessità romane sinora trascurate.
Questo gruzzolo è in ogni caso una bella boccata d’ossigeno per Roma sempre più in affanno, che ormai per ragioni diverse cui concorrono anche le buche stradali somiglia sempre più ad una città araba come Il Cairo. Ma forse è anche peggio.
Vogliamo ricordare Elena Aubry, uccisa dall’asfalto sconnesso il 6 maggio 2018? Ora che la Procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte della ventiseienne che a bordo della sua Honda Hornet quella mattina percorreva via Ostiense quando probabilmente un avallamento causato dal rialzo delle radici dei pini le faceva perdere il controllo della moto, si indaga per omicidio colposo guardando tra i dirigenti della Simu del Campidoglio, il dipartimento lavori pubblici.
Oppure vogliamo guardare al caso, più recente (di ieri) della donna di 57 anni che ad Ostia ha inciampato per l’asfalto irregolare ed è stata investita da un automobile? Stava attraversando la strada e, probabilmente per una buca stradale è stata falciata da una Ford. Ora è grave.
Per Roma è stato un luglio di sangue sulle strade: sette morti in 12 giorni, che portano il bilancio di questi primi sei mesi e qualche giorno, a 75 vittime, quasi 11 al mese.
“I dati non ci sorprendono affatto – dice Stefano Giannini, il segretario del sindacato romano Sulpl (Sindacato Unitario Lavoratori di Polizia Locale)- Al termine di giugno abbiamo rilevato 15000 incidenti, perfettamente in media con i 30000 all’anno dei triennio precedente”. Come a dire: sì, è vero, il traffico è caotico, causa anche i mezzi pubblici sempre più scarsi e con un conseguente numero di corse inferiore al preventivato- e i romani (vogliamo ammetterlo?) sempre più esasperati e indisciplinati.
C’è una ricetta per tutto questo? Potrebbero essercene più d’una se solo l’amministrazione pentastellata funzionasse. Invece, a tre anni ormai ‘festeggiati’ (solo da loro) possiamo dire che ha vinto un immobilismo – strategico o dovuto ad incapacità, lo scopriremo solo vivendo, ovvero quando sapremo se non spendendo sono almeno riusciti nell’intento di ripianare il disavanzo ereditato dai predecessori (i veri incapaci!) – che non ha cambiato una virgola in una città che è unica al mondo per il suo valore inestimabile, che potrebbe pagarsi qualsiasi debito soltanto con la sua ineguagliabile bellezza, se solo ai turisti riuscissimo ad offrire servizi più adeguati.
Ma ora la speranza è tutta riposta in quei 78,5 milioni di euro che il Ministero Infrastrutture e Trasporti è riuscito a svincolare e ad assegnare all’Urbe. Un tesoretto che, se sfruttato bene, potrà dare respiro a questa Capitale che sta morendo asfissiata non soltanto dalle montagne di rifiuti maleodoranti ma anche da tutto il resto, ed è davvero tanto, che concorre a posizionare la città, quanto a vivibilità, addirittura dietro Sofia e Bucarest.
In ogni caso il Mit, tramite Provveditorato alle opere pubbliche, provvederà a mettere a posto le strade della Capitale. Nel progetto del Campidoglio, così, rientrano zone stralciate dal ‘piano sampietrini’ come piazza della Repubblica,piazzale Ostiense e piazza di Porta Maggiore. Tutte esageratamente trafficate, erano finite a giugno fuori dal piano sopra menzionato per “necessità di una più complessa progettazione”. I termini pratici, avrebbero fatto saltare la previsione di spesa. Ora sarà invece il Mit a gestire direttamente, anche per evitare il flop di altri bandi di gara del Comune, questi fondi congelati dai tempi di Franco Carraro sindaco, anni ’90. I romani tirano un respiro di sollievo in attesa di poter toccare con mano, anzi con piede trattandosi di asfalto, e ringraziano.
Alessandra Binazzi
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