Raffica di querele per 147 post e mail ritenuti offensivi o minatori. A presentarle il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, sospeso e attualmente ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sugli affidi denominata ‘Angeli e Demoni’della Procura di Reggio Emilia. Il primo cittadino del comune emiliano ha chiamato diverse persone a rispondere di 147 fra post e mail dal contenuto ritenuto offensivo o minatorio nei suoi confronti. Tra i denunciati c’è anche Luigi Di Maio, ora ministri degli Esteri, che a metà luglio, prima della crisi di Governo e del patto coi dem, diffuse su Facebook un lungo messaggio:
“Col Pd non voglio avere niente a che fare. Col partito che fa parte dello scandalo di Bibbiano, con i bambini tolti ai genitori e addirittura sottoposti a elettroshock e mandati a altre famiglie, con il sindaco Pd che è coinvolto in questo, non voglio avere niente a che fare”.
La notizia, riportata dalla Gazzetta di Reggio, trova conferme in ambienti giudiziari. Il sindaco, difeso dagli avvocati Giovanni Tarquini e Vittorio Manes, è in attesa della pronuncia del tribunale della Libertà sul suo ricorso contro i domiciliari e su un ricorso della Procura che ne aveva chiesto l’arresto, negato dal Gip, in un altro filone.
Nell’inchiesta per lo scandalo sugli affidi illeciti di minori sono coinvolte cinque persone. Oltre a Carletti, che è già ai domiciliari, sarebbero al centro del provvedimento anche la dirigente dei servizi sociali Federica Anginolfi e l’avvocato reggiano Marco Scarpati che, secondo l’accusa, avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio patrimoniale per gli incarichi a lui affidati dall’Unione dei Comuni della Val d’Enza, della quale Carletti era delegato ai servizi sociali. Come riporta la Gazzetta di Reggio, Scarpati avrebbe ottenuto un ingiusto vantaggio dagli incarichi che l’Ufficio Piani dell’Unione, diretto da Nadia Campani, gli ha affidato in continuità, in particolare quelli fino al 2015 per quasi 15mila euro. Poi, dopo l’entrata in vigore di un decreto legislativo del 2016 connesso alle linee guida dell’Anac, gli sono stati liquidati circa 50mila euro. Il pm argomenta: “Simulando l’effettuazione di una formale procedura a evidenza pubblica, per l’affidamento dell’incarico di consulente giuridico a favore del servizio sociale, la procedura era in realtà intrisa di macroscopiche e gravissime irregolarità volte a favorire Scarpati”.
Il sindaco Carletti e Campani erano – secondo l’accusa – in “costante raccordo con la Anghinolfi e pienamente consapevoli della totale illiceità del sistema, disponevano la sistematica attribuzione di tutta la materia legale relativa ai minori affidati al servizio sociale a un singolo soggetto”.
L’ipotesi di reato, secondo la Procura, è abuso d’ufficio. Per ciascuna delle persone coinvolte il pm Valentina Salvi aveva chiesto l’applicazione degli arresti domiciliari, ma il gip aveva rigettato, lo scorso 20 giugno, le sue richieste.
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