Niente. Eeclissarsi, sparire nell’ombra, farsi dimenticare: Amanda Knox non ci pensa affatto. L’indagata per il delitto dell’inglese Meredith Kercher, a Perugia, due volte condannata e due volte assolta, l’ultima in via definitiva, sarà consulente d’amore e di vita per il Westside Seattle, un settimanale locale di proprietà della famiglia di Christopher Robinson, il marito della Knox .
Si chiamerà “Ask Amanda Knox” la rubrica dove la giovane donna risponderà alle domande dei lettori approfondendo temi come l’amore, la sofferenza, la religione, il significato della vita.
Colpisce il fatto che il settimanale abbia annunciato la nuova rubrica a pochi giorni dell’anniversario della morte della 21enne studentessa britannica, uccisa a Perugia il primo novembre 2007, come fa notare oggi il ‘Daily Beast’. E alla vicenda fa direttamente riferimento la nota con cui, nei giorni scorsi, il direttore del giornale della città dove Knox è tornata a vivere dopo essere stata scarcerata nel 2011, ha scritto che i quattro anni trascorsi in una prigione italiana “per un delitto che non aveva commesso” le hanno dato “una prospettiva unica sulla vita”.
Prima di questa esperienza Amanda aveva già lavorato come giornalista free-lance e pubblicato un libro di memorie, diventato poi un Best Seller, in cui aveva raccontato del suo “periodo italiano”, della sua famiglia e della sua fede, ed aveva intrapreso, inoltre, una collaborazione con la National Innocence Project, una organizzazione legale no-profit impegnata a fare luce sugli errori giudiziari.
Nel 2016 le era stato dedicata la pellicola, “Amanda Knox”, un docu-film presentato al Toronto International Film Festival il 10 Settembre 2016 e andato in onda su Netflix il 30 settembre dello stesso anno.
Ricordiamo che lo scorso Giugno, otto anni dopo l’assoluzione, la Knox è tornata nel nostro Paese per partecipare al Festival della giustizia criminale promosso dall’Università di Modena in cui si è affrontato, in particolar modo, il tema del processo mediatico.
E alla vicenda fa direttamente riferimento la nota con cui, nei giorni scorsi, il direttore del giornale della città dove Knox è tornata a vivere dopo essere stata scarcerata nel 2011, ha scritto che i quattro anni trascorsi in una prigione italiana “per un delitto che non aveva commesso” le hanno dato “una prospettiva unica sulla vita”.
E.R.
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