A causa del Coronavirus il Paese sta vivendo una emergenza che ha pochi precedenti. Non si ferma la macchina dello Stato né, tantomeno, tutte le attività emergenziali. Ma ad ogni cittadino è richiesto di muoversi limitatamente alle proprie necessità.
Il DPCM firmato dal premier Giuseppe Conte l’11 marzo scorso prescrive ulteriori misure per evitare l’espandersi del contagio, a salvaguardia della salute di tutti i cittadini. Poche regole, ma sufficienti per sapere cosa è permesso fare, ricordando sempre che il decreto porta il titolo “Io resto a casa : eccole:
1. Anche se ci si muove a piedi occorre, se richiesto, giustificarsi: gli spostamenti sono consentiti limitatamente a prestazioni lavorative o necessità di assistenza a familiare malato, oppure per gli approvvigionamenti alimentari (o farmaceuitici), da effettuare in luoghi vicini all’abitazione. Basta avere con sé il modulo per l’autocertificazione, scaricabile dal sito del ministero dell’Interno, da compilare a seconda si tratti di spostamento fisso – allora verranno indicate le cadenze – altrimenti, in caso di spostamento diverso, ogni volta che necessita. Nel caso però non si fosse in possesso del modello predisposto, sarà sufficiente giustificarsi verbalmente.
2. Corsa o passeggiata nel parco, con o senza cane. Anche se il decreto non precisa nulla, in ogni caso non vieta di muoversi per una passeggiata a piedi o attività sportiva all’aria aperta, purché si sia soli o se in coppia si mantenga la distanza di un metro e si eviti di formare gruppi. Anche in questi casi è bene munirsi di modulo per l’autocertificazione.
3. Quanto ai documenti in scadenza, in particolare la patente, considerato che è stata disposta la chiusura delle agenzie di pratiche e in ogni caso anche gli uffici dell’Automobile Club d’Italia (ACI), fonti del governo hanno già fatto sapere che “tutti i documenti in scadenza sono prorogati per tutta la durata dei divieti imposti dal decreto”.
4. La seconda abitazione è raggiungibile solo se c’è un’emergenza. Chi al momento della firma del decreto si fosse trovato in una casa diversa dal proprio domicilio può rimanervi come tornare al proprio domicilio senza fornire alcuna informazione alle autorità. Valgono le regole di cui sopra. Chi invece intenda spostarsi dalla propria alla seconda abitazione sappia che deve avere motivi di grave emergenza.
5. Niente cene tra amici e parenti. Valgono le motivazioni sopra esposte.
6. L’assistenza a familiari anziani e bisognosi giustifica gli spostamenti. L’importante è il mantenimento della distanza di sicurezza e l’utilizzo dei dispositivi di protezione (guanti e mascherina). Per i parenti ricoverati le limitazioni sono molto stringenti per andare a trovarli: l’accesso è “limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura“, che è “tenuta ad adottare le misure necesarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione”. In particolare viene raccomandato di non entrare nelle sale d’attesa del pronto soccorso, a meno che il parente non sia autosufficiente, proprio perché si tratta di luoghi maggiormente a rischio contagio.
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