E’ il primo ospedale d’Europa ad usare il sistema già collaudato a Wuhan per testare la positività al Coronavirus, Il Campus Biomedico di Roma, è in grado di effettuare una diagnosi in 20 secondi con l’intelligenza artificiale, sistema che è attendibile al 98,5%. E’ già stato utilizzato con pieno successo negli ospedali della città di cinese dalla quale è partita la pandemia.
Il Policlinico Campus Bio-Medico, della Rete del sistema sanitario regionale del Lazio, è il primo ad acquisire il sistema di intelligenza artificiale utilizzato dai sanitari cinesi per la diagnosi precoce e il monitoraggio di Polmoniti da Covid-19. Il grande vantaggio sta nella rapidità della risposta: in 20 secondi partendo dall’analisi delle immagini della TC polmonare, con un elevatissimo tasso di attendibilità, ed è stato testato con pieno successo su pazienti anonimizzati in cieco dai medici radiologi del Policlinico CBM.
Azienda europea, ingegneri cinesi
Gli ingegneri cinesi, della società europea che ha ideato la soluzione tecnologica, hanno lavorato alacremente con il personale del Policlinico Campus Bio-Medico per installare il sistema di intelligenza artificiale e insieme lo hanno sviluppato per adattarlo alle esigenze italiane. L’applicazione basata sull’intelligenza artificiale, oltre a fornire la risposta immediata sul tipo di polmonite (virale da Covid-19 vs. altre patologie come polmoniti batteriche, bpco, ecc.), è in grado di calcolare il volume di compromissione polmonare espresso in cm cubici e di fornire pertanto una valutazione di prognosi, miglioramento o peggioramento della situazione del paziente.
A disposizione di tutta Italia
In questa situazione di emergenza, il Policlinico Campus Bio-Medico mette a disposizione questo importante sistema di analisi massiva degli esami diagnostici TC a tutte le strutture laziali e nazionali. Sarà infatti sufficiente trasmettere in via digitale le immagini TC polmonari dei pazienti e l’équipe dell’Imaging Center e della Diagnostica per Immagini del Campus Bio-Medico fornirà il riscontro strutturato del sistema di intelligenza artificiale.
Concentrare la lettura dei dati favorirà l’apprendimento da parte del sistema per una sempre più accurata performance e aiuterà ad avere il quadro dell’evoluzione del contagio in maniera sempre più mirata e tempestiva. Questo sistema – che l’Università CBM Roma e il suo Policlinico contribuiranno a implementare sul fronte della ricerca per una conoscenza sempre maggiore del nuovo virus – consente di escludere da subito situazioni patologiche che nulla hanno a che vedere col Covid-19 e che possono essere curate in maniera mirata e tempestiva, attivando degli alert per eventuali pazienti contagiati dal virus, portandoli immediatamente all’attenzione del medico, cui spetta l’approfondimento diagnostico.
“Il Campus Bio-Medico è in prima linea nella emergenza Covid-19 su due fronti complementari: nell’università per l’impegno nella ricerca epidemiologica e filogenetica e nel Policlinico col lavoro giorno e notte del laboratorio analisi per dare risposte tempestive ai numerosi tamponi della zona dei Castelli Romani, nonché per la funzione fondamentale di erogazione di assistenza medica e chirurgica ai pazienti ‘non Covid’, con indicazioni non differibili ma non più gestibili da ospedali Covid, contribuendo così a dare risposte di salute ai cittadini e ad alleggerire le altre strutture della regione concentrate sull’assistenza a pazienti positivi al virus”, sottolinea il Direttore Generale della struttura ospedaliero-universitaria, Paolo Sormani.
Il nuovo sistema poi apre prospettive molto significative nella situazione di emergenza attuale perché consente di processare una mole di dati altrimenti impossibile da analizzare, migliora l’appropriatezza delle terapie e aiuta a liberare posti preziosi nelle terapie intensive da pazienti che non ne hanno necessità. “Ma costituisce anche un punto di svolta per i prossimi mesi, quando, passata l’emergenza, ci auguriamo che i casi di Covid-19 diventeranno più sporadici e quindi più difficili da identificare – evidenziano i professori Carlo Cosimo Quattrocchi, direttore UOC di Diagnostica per Immagini e Bruno Beomonte Zobel, direttore dell’Imaging Center – Contribuiremo pertanto a svilupparlo sulla base dei dati europei tanto più che è prodromico anche a una evoluzione in chiave radiomica, quando immagini di Tac, risonanze e Pet saranno convertite in dati numerici, o ‘big data’, e si potrà così personalizzare al meglio diagnosi e cure dei pazienti”.
A.B.
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