Come far tornare la legalità a Roma? Ordinando lo sgombero del palazzo di via Napoleone III, storica sede di CasaPound da 17 anni. Il provvedimento giudiziario, notificato questa mattina, è stato richiesto dal pm Eugenio Albamonte che indaga su un doppio esposto. Da un lato il Ministero Economia e Finanze, proprietario attraverso l’agenzia del demanio dello stabile, che contesta un danno erariale di 4,3 milioni di euro: la procedura amministrativa avviata dal Mef impugnata e impugnata da CasaPound è ora al Consiglio di Stato.
Ad osteggiare con tutte le sue forze CasaPound e la sua presenza nel quartiere Esquilino, anche l’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani, che in nome della “intelleranza politica, razzismo, xenofobia e discriminazione” che grazie alle “azioni di squadrismo” dei militanti di CP “si stanno diffondendo”, ne ha chiesto più volte la chiusura. Anche con parole decise, come: “E’ ora di applicare la Costituzione…le organizzazioni fasciste nel nostro paese sono vietate” (da la Repubblica del 22/06/2019).
Inutile celare la grande soddisfazione della sindaca di Roma Virginia Raggi, che già ieri ancora prima della consegna del provvedimento agli sfrattati, inneggiava su Twitter al consequenziale tanto atteso “ripristino della legalità”, e della sottosegretaria al Mef Laura Castelli (anche lei M5S): “Ci lavoriamo da tanto – scrive nel suo tweet – finalmente si ristabilisce la legalità”.
Ma che la strada dello sgombero non sarà una passeggiata lo si evince dalle parole del responsabile romano del Movimento, Davide Di Stefano: insoddisfatto dell’annuncio di sfratto per il quale precisa che è “Solo un incontro sulla richiesta di sgombero che si è svolto in questura con una rappresentanza di CP”. Il preavviso di sfratto sembra essere stato ‘soffiato’ ieri sera ad alcuni militanti della formazione di estrema destra convocati in questura, anche se il fatto viene smentito da Polizia e Digos.
La storia delle minacce e degli avvisi per l’occupazione abusiva del palazzo collocato nel quartiere romano adiacente la stazione Termini si è giovata, diciamo così, dei mesi di silenzio da lockdown. Mesi nei quali la sindaca Raggi, però, non ha mollato la presa: dopo la rimozione del logo del movimento dalla facciata dello stabile, la tensione si è alzata negli ultimi giorni, con la presenza dei militanti ad Ostia, l’occupazione della sede dell’Aeronautica (la loro futura sede?) nel X Minicipio e marcando presenza sulle piazze romane tutti e 4 o 5 sabato passati alle manifestazioni antigovernative, indette dal centro destra per rivendicare i bisogni dei più deboli, senza lavoro, in attesa ancora delle elemosine stanziate dai precedenti Decreti legge non ancora giunte a destinazione. In questo periodo decine di migliaia di famiglie sono restate senza risorse per le necessità quotidiane: se non ci fossero state parrocchie, Caritas e associazioni benefiche, ma anche singoli cittadini, nate spontaneamente ai morti da Covid 19 probabilmente se ne sarebbero aggiunti tanti altri.
Come finirà l’annosa questione che ora segna un nuovo capitolo con la notifica del decreto di sequestro preventivo dell’immobile in via Napoleone III? Staremo a vedere. Ricordiamoci che gli stabili occupati nella Capitale sono 90. Negli stessi hanno trovato riparo circa 10 mila persone, tanti ex sfrattati, clandestini, stranieri, famiglie con bambini e anziani. Tutti in difficoltà, a vario titolo, ma tutti in situazione di occupazione abusiva.
L’anno scorso l’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, insieme alla prima cittadina e all’ex procuratore capo Pignatone stilò un cronoprogramma degli sgomberi: si inizio’ con l’ex Penicillina per poi passare allo stabile di proprietà della Banca d’Italia in via Carlo Felice. Gli indicatori ben precisi per attuare gli sgomberi riguardavano la pericolosità degli edifici e le condizioni igienico-sanitarie degli stessi. Per quanto riguarda lo stabile occupato da CasaPound, la sua evacuazione era stata dichiarata una “non priorità”.
Ma per la Capitale, a un anno esatto dalle prossime elezioni comunali, che vedranno l’indispensabile passaggio di consegne dopo la fallimentare performance di questa amministrazione grillina, anche lo sgombero di CasaPound può diventare un segnale dell’inizio della campagna elettorale.
A.B.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy