Un enorme fungo, come accadde Hiroshima esattamente 75 anni fa. Due esplosioni udite fino a Cipro, a 200 chilometri di distanza, causate sembra da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, composto chimico usato nei fertilizzanti e nella fabbricazione di esplosivi, hanno devastato Beirut nel tardo pomeriggio di ieri. Lo ha confermato il presidente libanese, Michel Aoun, che ha definito “inaccettabile” mantenere un tale quantitativo di materiale esplosivo immagazzinato in un capannone senza adeguate misure di sicurezza.
Al momento sono oltre 100 i morti e quattromila i feriti, due dei quali sono militari italiani, secondo quanto ha reso noto la Croce Rossa mentre proseguono le operazioni dei soccorritori alla ricerca di circa 100 persone che risultano disperse e che potrebbero essere sotto le macerie, soprattutto nelle vicinanze del porto.
Tre ospedali di Beirut sono stati “completamente distrutti” e altri due “parzialmente distrutti” dalle esplosioni di ieri nella capitale libanese. Lo ha confermato ad al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell’Ordine degli infermieri di Beirut. “Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali – ha detto – Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. E’ una catastrofe”. Altre strutture sono senza luce.
I pazienti vengono curati nei parcheggi degli ospedali o di quello che resta di queste strutture. Al Arabiya racconta di medici e paramedici impegnati a liberare le strade di accesso dalle macerie, mentre i feriti che continuano a essere trasportati ricevono le prime cure nei parcheggi.
Alla magistratura libanese venne notificato per sei volte che il carico di nitrato d’ammonio sequestrato nel 2014 ad una nave mercantile e custodito in un deposito al porto di Beirut era pericoloso e che i funzionari della dogana avevano chiesto di trasferire il materiale. Lo ha detto alla tv Lbci il direttore generale delle dogane libanesi, Badri Daher, secondo quanto riferisce al Arabiya, ma l’autorizzazione non venne mai concessa.
Ex agente Cia: “Non è solo nitrato di ammonio” -Non è convinto che il nitrato di ammonio sia l’unico responsabile delle potenti esplosioni che hanno devastato Beirut un ex agente della Cia con grande esperienza in Medio Oriente. Secondo Robert Baer, citato dalla Cnn, i video delle esplosioni mostrano che il nitrato di ammonio potrebbe essere stato presente nel magazzino da cui è partita l’esplosione, ma l’ex agente della Cia non crede che sia stato l’unico responsabile della massiccia esplosione che ne è seguita. Baer ritiene ci fossero munizioni militari e cariche esplosive e che si trattava forse di un deposito di armamenti.
Il presidente libanese, Michel Aoun, nel dichiarare lo stato di emergenza per le prossime due settimane, ha chiesto ai “Paesi amici” di aiutare il Libano. “Lancio un appello urgente a tutti i Paesi fratelli che amano il Libano a stare al suo fianco e ad aiutarci a guarire le nostre ferite profonde”, ha detto il premier.
“Le terribili immagini che arrivano da Beirut descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia farà tutto quel che le è possibile per sostenerlo. Con la Farnesina e il ministero della Difesa stiamo monitorando la situazione dei nostri connazionali”. Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“L’Italia è vicina agli amici libanesi in questo momento tragico. I nostri pensieri vanno alle famiglie delle vittime, a cui esprimiamo il nostro profondo cordoglio, e alle persone ferite, a cui auguriamo una pronta guarigione”. Lo dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo un tweet della Farnesina.
Israele ha offerto al governo libanese – attraverso intermediari internazionali – “aiuti umanitari e medici e immediata assistenza di emergenza”. L’iniziativa, a seguito dell’esplosione di oggi a Beirut, è del ministero degli affari esteri guidato da Gabi Ashkenazi e del ministero della difesa di Benny Gantz. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha detto che Israele condivide “il dolore del popolo libanese e offre sinceramente il suo aiuto un questo momento difficile”.
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