Nel pieno della terza ondata di Covid 19 che in Italia registra oggi, 25.673 nuovi contagi su 372.217 tamponi effettuati, altri 373 decessi, un tasso di positività al 6,9% e l’ipotesi sempre più prossima di nuovi lockdown – forse contenuti nei fine settimana – mentre si cerca di reperire altri vaccini in modo da mettere in sicurezza il maggior numero possibile di cittadini, arriva la notizia di un militare morto in Sicilia dopo il vaccino Astrazeneca e, insieme, l’annuncio di altri eventi avversi.
E’ il motivo per cui l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha deciso di vietare in via precauzionale il lotto ABV2856 Astrazeneca che avrebbe causato reazioni gravi. Nel frattempo l’autopsia effettuata a Trapani sul militare morto esclude un nesso con la dose di vaccino ricevuta. Anche a Catania la Procura, dopo avere appreso del caso dalla stampa, ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati e ipotizzando l’omicidio colposo, sulla morte di D.V., 50 anni, agente della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni fa dopo l’inoculazione del vaccino. Al poliziotto sarebbe stata somministrata una dose proveniente dallo stesso lotto per il quale l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale. L’inchiesta è stata aperta su notizie di stampa.
Tra gli “eventi avversi gravi” che hanno portato l’Aifa a vietare precauzionalmente in Italia il lotto del vaccino Astrazeneca ABV2856, oltre alla morte di Stefano Paternò, 43 anni, originario di Corleone, in servizio ad Augusta, deceduto ieri mattina per un arresto cardiaco nella sua abitazione, trattato da subito come “caso sospetto” avendo però come “unico dato certo la coincidenza cronologica tra il vaccino e la morte” del sottufficiale, ci sarebbero anche due (tre, secondo l’Agi) casi di trombosi in Sicilia.
Due eventi simili si sono registrati anche in Austria che insieme ad Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo, ha deciso per precauzione di interrompere le somministrazioni dello stesso vaccino. L’Ema però, precisando che i casi di trombosi in Europa sono in tutto 22 su 5 milioni di dosi iniettate, ha escluso la correlazione con la somministrazione del prodotto.
In attesa dei risultati raccolti dalle indagini – si vaglia in particolare eventuali impurità nelle fiale – la European Medicines Agency (EMA) conferma che “i benefici del vaccino superano i rischi”. L’auspicio è quindi quello che non si crei una piscosi collettiva per un allarmismo che non dovrebbe mai esistere se la scelta di diffondere notizie di grande impatto per la salute collettiva si fondasse sempre su dati accertati e riscontrabili per i quali Aifa, Nas e autorità competenti sono già al lavoro e si sono rese disponibili a “comunicare tempestivamente qualunque nuova informazione dovesse rendersi disponibile”.
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