Il 10 maggio dovrà fornire soluzioni e misure: Virginia Raggi, prima cittadina di Roma, è stata convocata dalla Corte dei Conti per i conti che in rosso dell’azienda dei trasporti locale. Gli stessi conti che secondo il giornale La Notizia, la ‘voce’ dei Cinque Stelle, erano stati trovati in regola dalla stessa Corte dei Conti esattamente il mese scorso: “I giudici hanno setacciato i conti del Campidoglio. Dopo anni di disastri i 5S a Roma hanno invertito la rotta”. Che abbiano invertito la rotta, su questo non ci piove: la città sprofonda, non solo per le buche. Se parliamo dei rifiuti, la situazione è anche peggiore, tanto che la percentuale di raccolta differenziata è addirittura diminuita negli ultimi anni.
Ma non sono questi i problemi che la prima cittadina della Capitale è chiamata ora ad affrontare.
“Dopo anni di gestione disastrosa delle finanze, tanto da far scattare il commissariamento, le scelte fatte per amministrare i fondi del Campidoglio dalla sindaca Virginia Raggi e dalla sua giunta sembrano essere state giuste. La strada intrapresa dai pentastellati appare quella corretta. E questa volta non si tratta di un proclama M5S, ma dell’analisi compiuta dai magistrati della Corte dei Conti, che hanno passato al setaccio la gestione finanziaria di Roma Capitale dal 2017 al 2019, verificando anche alcune delle più recenti operazioni”. Vale la pena rileggersi il Pedullà pensiero, per capire anche quanto di poco o nulla attinente al vero possa apprendersi attraverso certi giornali. Anche se scorrendo ancora l’articolo de La Notizia lo scrivente pone avanti le mani quando dice che “non mancano ovviamente le criticità. Ma anche su questo fronte, stando al rapporto depositato nei giorni scorsi dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per il Lazio, i nodi principali, quelli fatti della troppa polvere messa per anni sotto il tappeto se non molto peggio, sono gli stessi su cui da tempo batte la sindaca e per i quali la stessa anche di recente ha cercato soluzioni”.
Soluzioni che evidentemente non sono piaciute all’organo dello Stato incaricato di vigilare sulle amministrazioni. Nel caso della Capitale, al penultimo posto tra quelle europee (classifica de Il Sole 24 Ore), per un tempo eccessivo si è trascurata una situazione esplosiva che ha visto un avvicendarsi di assessori senza precedenti: 15 assessori in cinque anni, ben 3 per il Bilancio.
E non è tutto: gli avvicendamenti voluti dalla sindaca nelle aziende partecipate avrebbero qualcosa di comico se dietro non ci fossero vere e proprie tragedie che hanno colpito aziende come Ama (rifiuti: cinque amministratori avvicendati, in media uno l’anno); Atac (trasporti: sei amministratori di cui 4 mandati via, uno promosso all’Enav e l’ultimo, Stefano Zaghis, che speriamo resista) e Roma Metropolitane al collasso finanziario, quest’ultima da chiudere. Per escludere Acea (51% del Comune) dove tra gli amministratori avvicendatisi uno, Lanzalone, è stato travolto anche da un’inchiesta giudiziaria e Farmacap, in bilico da anni e commissariata, che è sulla strada per la liquidazione e la privatizzazione.
L’eredità di un passato dove i suoi predecessori non hanno fatto altro che compiere errori, a totale danno di città e cittadini, secondo il Virginia pensiero – deve avere pesato sulle scelte dell’ex consigliera capitolina, arrivata nel 2016 alla competizione per la conquista del Campidoglio per un pugno di preferenze (1764) espresse on line dagli iscritti al Movimento 5S che l’hanno scelta tra 5 candidati. Un peso che non è riuscita a sostenere nemmeno dividendolo con quel turbillon di assessori e amministratori di cui sopra, Una sorta di circo Barnum che come accertato dalla Corte dei Conti non ha giovato affatto ai conti pubblici.
Nel bilancio dell’azienda dei trasporti romana, ad esempio, pesano consulenze e canoni per affitto bus “cinque volte superiori”. Di qui l’atto di deferimento della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, presieduta da Roberto Benedetti. C’è un interminabile elenco di «criticità» che riguarda le società capitoline al quale si dovrà mettere mano onde evitare il peggio: la trasmissione degli atti ai colleghi della magistratura penale o a quelli della Procura regionale della Corte dei Conti. Stefano Castiglione, capo di gabinetto della Raggi, che viene dalla magistratura contabile, è consapevole che si tratta di un passaggio delicato, al quale si dovrà rispondere con rapidità e capacità decisionale per evitare che quello delle partecipate si trasformi in nodo scorsoio della giunta capitolina.
Il fatto, lasciano intendere i magistrati contabili, è che per troppo tempo si è trascurato di gestire una situazione esplosiva sotto il profilo amministrativo e contabile, quella riguardante i debiti, le mancate approvazioni dei bilanci, i disallineamenti. E’ stata espressa “perplessità sull’attendibilità dell’accantonamento riservato a fronteggiare le perdite delle società partecipate, in considerazione, tra l’altro, della mancata approvazione dei bilanci di alcuni organismi partecipati dal Comune,”,
Tutto questo, dicono, merita di essere affrontato una volta per tutte. È per questa ragione che lunedì 10 maggio è convocata una «adunanza pubblica in videoconferenza» per discutere delle misure di «razionalizzazione» nei confronti di Atac e Roma Metropolitane. L’inizio di un’inversione di tendenza. A seguire si affronteranno gli altri temi, fra i quali quello che riguarda la municipalizzata dei rifiuti.
Di sicuro, il giorno della convocazione, il 10 maggio, si valuteranno le intenzioni dell’amministrazione comunale chiamata a reagire in un tempo brevissimo alla bacchettata contabile. Porterà proposte di soluzioni e misure attendibili?
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