Tra un “Falso, querelo” di Davide Casaleggio e un Giuseppe Conte che preferisce non pronunciarsi sul denaro che i pentastellati avrebbero preso dal dittatore venezuelano Maduro – 3,5 milioni di euro depositati nel 2010 al consolato venezuelano di Milano all’indirizzo di Gianroberto Casaleggio, fondatore di una promettente forza politica anticapitalista – il caso sovvenzioni ai M5S torna alla ribalta. In fondo, l’ex presidente del Consiglio oggi presidente del Movimento, aveva assicurato già lo scorso anno quando si cominciò a ventilare la notizia sui presunti fondi sudamericani – lo scoop fu del quotidiano spagnolo ABC – aveva liquidato la faccendo asserendo che “i responsabili del Movimento 5 Stelle hanno già assicurato che si tratta di una fake news”.
La bomba dal Venezuela rischia di far fuori quel che resta di un Movimento primo partito in Italia alle politiche del 2018, con oltre il 33 per cento delle preferenze, oggi dimezzato da varie vicissitudini ma soprattutto per non avere tenuto fede alle promesse fatte agli elettori in campagna elettorale: come forza politica antisistema si è infatti ben presto rivelato incapace di rovesciare le strutture e le basi stesse del sistema sociale e statuale esistente.
Le dichiarazioni dell’ex spia venezuelana Hugo Carvajal sui presunti finanziamenti del regime di Hugo Chávez ad alcuni partiti nel mondo, compreso il M5s, al giudice spagnolo Manuel García-Castellón sono contenute in una lettera pubblicata dal sito Okdiario. “Il governo venezuelano ha finanziato illegalmente movimenti politici di sinistra nel mondo per almeno 15 anni “, ha scritto, sostenendo che il flusso di denaro continuerebbe ancora oggi. Versione che i giudici dovranno analizzare bene anche tenendo conto della posizione giudiziaria del presunto testimone che, ricavandosi un ruolo chiave in un’inchiesta sui finanziamenti di Caracas alle forze politiche straniere, tra cui una spagnola, potrebbe almeno rimandare la sua estradizione negli Stati Uniti.
Nel suo racconto l’ex uomo dei servizi di Chavez ha detto che “mentre ero direttore dell’intelligence militare e del controspionaggio in Venezuela, ho ricevuto un gran numero di rapporti che indicavano che si stava verificando questo finanziamento internazionale”. Ed è poi passato a fare un elenco di tutti i partiti che, a suo dire, hanno ricevuto i soldi da Caracas: “Tutti questi sono stati descritti come destinatari di denaro inviato dal governo venezuelano “, afferma. L’ex capo dell’intelligence sostiene anche che “attualmente, il finanziamento illegale dei movimenti di sinistra in tutto il mondo continua ad essere una pratica comune del governo di Nicolás Maduro, che lo aveva reso parte della sua politica estera quando era ministro degli Esteri del Venezuela”.
Questa storia non può non fare esplodere una catena di reazioni nei Palazzi della politica italiana. Tra i primi a chiedere chiarimenti Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che «chiede ufficialmente al M5s e al suo presidente Giuseppe Conte di chiarire queste notizie e di prendere politicamente le distanze dalla dittatura comunista di Caracas». Da Fdi arriva anche un’interrogazione parlamentare della deputata Augusta Montaruli al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese con richiesta di prendere provvedimenti «per verificare un’eventuale ingerenza di uno stato estero sulla politica nazionale e le scelte assunte dal governo». Nicola Danti, europarlamentare di Italia Viva, nota come «oggi nessuno s’indigni» e ricorda che «in Parlamento Europeo, nella scorsa legislatura, il M5s ha sempre votato contro o si è astenuto sulle mozioni di condanna al regime venezuelano». Sempre da Iv la senatrice Laura Garavini si rivolge ai pentastellati: «Il nostro impegno per la democrazia era sincero. Il loro?»
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