Tra tutte le città più grandi d’Italia proprio la maggiore, la Capitale, quanto ad una connessione ad internet rapida efficace ed efficiente è all’ultimo posto: FTTH, la fibra ottica che permette di trasmettere grandi quantità di dati ad altissima velocità, è ancora poco diffusa e a macchia di leopardo. Molto poco nel centro storico, meglio nelle periferie.
Gli ultimi dati Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, informano del crollo verticale per le vecchie connessioni soppiantate da fibra FTTH, dalle performance elevatissime con una capacità di trasmissione che può arrivare sino a 10 Gigabit al secondo. La copertura della Fibra ottica in Italia è la seguente: il 35.4% della popolazione raggiunta a 30 Mbps, 100 Mbps per l’11%. Ma tutto il territorio, dalle Alpi alla punta dello Stivale, per non parlare delle Isole, insieme ai 109 capoluoghi di provincia conta circa 8000 comuni e una miriade di frazioni, non tutte posizionate in modo vantaggioso per ospitare una rete di comunicazione adeguata ai tempi.
Cosa, però, impedisce ad una città così importante come la Capitale, all’attivo al 71,4% di copertura FTTH, di equipararsi a Milano, al 97,7%, o a Torino al 94,7, oppure guardando al sud, a Catania (94,4%) o Palermo (93,5)? Un terzo della città digitalizzata naviga ancora col vecchio sistema ADSL.
La burocrazia è certamente uno degli ostacoli che fornisce solo a 7 romani su 10 una connessione superveloce. Ignorando le necessità degli ultimi due anni, quelli del Covid, in particolare lo smart working, la didattica a distanza, lo streaming per corsi formativi ed altro, di fronte all’enorme aumento del volume di traffico dati medio giornaliero, +83% rispetto al periodo pre pandemico, il rigido regolamento sugli scavi varato dall’amministrazione Raggi: chiunque si trovi a dover scavare le strade della Capitale deve occuparsi di riasfaltarle ‘completamente’, funge da deterrente. A rallentare la posa in opera dei cavi ci pensano poi i tempi di lavorazione delle pratiche da parte degli uffici tecnici dei singoli municipi: qui lo smart working ha avuto i suoi terribili effetti negativi. Gli stessi ben noti a chiunque abbia avuto la necessità di richiedere un documento a qualsiasi ufficio comunale e abbia dovuto aspettare per ottenerlo diversi mesi.
Il rapporto Tim e Open Fiber parlano di 70 giorni di attesa per un nullaosta dal I Municipio, dove languono 155 richieste, che diventano 123 al VI, quello di Tor Bella Monaca, e 109 al Tiburtino. I più veloci sono il X e l’XI Municipio, rispettivamente con 28 e 30 giorni di attesa. Sempre troppi rispetto agli 8 previsti dalla normativa.Terzo e ultimo problema, la conformazione del salotto storico della Capitale, il centro. Qui la fibra ottica arriva a stento: le cabine sono sottoterra e spesso allagate. Non basta: per la sicurezza dei Palazzi, istituzioni e politica, i cantieri devono procedere con la massima cautela.
La lentezza è la vera ricchezza, dice un proverbio, non per la Città che vorrebbe ospitare l’Esposizione Universale del 2030.
Binal
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy