Siamo un popolo affetto da un’anglomania che potrebbe anche trasformarsi presto in anglopatia se non invertiamo la tendenza ad esprimerci in inglese usando termini che in italiano hanno un corrispettivo preciso. Per un’ecologia linguistica, di fronte agli anglicismi riprendiamo invece in mano il nostro vocabolario.
Andiamo con gli esempi: lockdown, booster, cluster e smart working sono entrati nell’uso corrente praticamente da due anni, dopo l’arrivo del virus cinese. Sarebbe stato difficile pronunciare al loro posto, nell’ordine: confinamento, vaccino, focolaio e lavoro da remoto o a distanza? La conference call, più sinteticamente ‘call’, si è diffusa anch’essa durante la pandemia, quando tutti i raduni di lavoro sono stati cassati per contenere il diffondersi della malattia. Così come lo streaming, tanto usato per congressi e aggiornamenti professionali che diversamente avrebbero lasciato indietro molte categorie di lavoratori. Fortuna che si è salvata la DAD, acronimo di didattica a distanza che in inglese avrebbe suonato come DAN, ovvero “distance learning nowadays”.
Insomma, l’abuso di vocaboli inglesi – usati spesso solo per distinguersi o apparire più professionali – è diventato una tendenza degli ultimi anni. Che se non piace o piace poco agli ex giovani, persone che l’inglese lo hanno studiato poco o per nulla, abbiamo visto che non soddisfa nemmeno il nostro Presidente del Consiglio Mario Draghi, per quasi dieci anni presidente della Banca Centrale Europea, il quale parlando di smartworking e babysitting ebbe ad commentare: “… Chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi…”.
La sollecitazione del nostro Premier, vecchia ormai di un anno, che ha scaldato i cuori dei nostalgici ed anche dell’Accademia della Crusca che l’ha accolta come un invito sereno a scegliere parole italiane e fare a meno di inutili forestierismi. La speranza in una maggiore sensibilità sulla questione è stata appoggiata dalla proposta di legge per l’introduzione della lingua italiana in Costituzione, presentata da 7 cittadini italiani e appoggiata da Fratelli d’Italia che già in passato ha chiesto la costituzionalizzione dell’italiano – “proposta presentata a ogni legislatura e a ogni progetto di riforma costituzionale governativa“, ricorda Giorgia Meloni -.
Ma vediamo quanto è ricco il vocabolario italiano di termini esterofili: dal 1990 a oggi, gli anglicismi non adattati sono passati da circa 1.700 a 4.000 (cfr. Devoto Oli); tra le parole che sono nate negli anni Quaranta e Cinquanta gli anglicismi crudi rappresentavano circa il 3,6%. Questo numero negli anni Sessanta è salito a quasi il 7%, negli anni Settanta ha superato il 9%, negli anni Ottanta il 16%, negli anni Novanta il 28% e oggi costituisce quasi il 50% delle parole nate negli anni Duemila. A preoccupare non sono solo la sproporzione e l’aumento esponenziale, ma il fatto che nel Nuovo millennio l’italiano sta cessando di evolvere per via endogena, e ciò che è nuovo viene espresso principalmente in inglese crudo. Passando dalla presenza delle parole inglesi alla loro frequenza, tutti i dati mostrano che gli anglicismi sono usati sempre più spesso dai mezzi di informazione ed hanno colonizzato il lessico di tanti ambiti strategici della nostra lingua: l’informatica, la formazione, il lavoro, l’economia, la tecnologia, la scienza e sono entrati in modo molto ampio persino nel linguaggio politico, delle leggi e delle istituzioni.
Potremmo anche ricordare che il fascismo aveva proibito l’uso di parole come sandwich, diventato tramezzino, croissant (cornetto) e film (pellicola). Ma questo accadeva esattamente 100 anni fa. Il problema ora non sta in parole come bar o scanner, che in buona sostanza si pronunciano e scrivono secondo le nostre regole e producono ibridazioni italiane (barista, scannerizzare), né nell’accettazione di anglicismi ormai storici. Quanto piuttosto nella quantità e frequenza di quelli nuovi che violano il nostro sistema fono-ortografico per cui il pidgin (lingua semplificata nata dall’incontro tra lingue diverse) diventa lingua madre di una comunità.
Bah
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy