Si connotano sempre più come uno psicodramma collettivo i guai giudiziari di Berlusconi e le vicende politiche legate alla sorte del governo Letta. A pochi giorni da importanti incontri internazionali in cui il nostro Paese, tramite il presidente del Consiglio è andato in giro a chiedere legittimazione (e tolleranza sulle regole) per evitare guai pesanti sui mercati finanziari dove la stabilità politica gioca ancora un ruolo chiave, ieri in Parlamento insieme alla rissa si è sfiorato il ridicolo. Abbiamo sempre scritto che non devono essere i mezzi di comunicazione di massa esteri a dare pagelle all’Italia. Complici alcuni fautori italiani della delegittimazione di Berlusconi che si compiacevano delle critiche non certo disinteressate di organi d’informazione di oltre Manica, alla fine dei giochi abbiamo dovuto pagare quelle critiche in termini di interessi salati su spread pilotati ad arte sui mercati di mezzo mondo. Ma ancora oggi, offrire agli stessi mercati lo spettacolo di ieri oltre che da sconsiderati è anche da folli. E stavolta la battuta della Cnn “ Italia downgrade “ ci sta tutta a causa dello sciopero della politica che ieri è riuscita a dare il peggio di sé con l’indescrivibile caos che, a vari livelli e con diversa intensità, ancora regna in casa Pdl e tra i ranghi del Pd. A destra la decisione della Cassazione di accelerare il responso sulla sentenza Mediaset è stato letto come un colpo di grazia della magistratura alla leadership politica di Silvio Berlusconi. E di fronte al rischio di restare orfani i maggiorenti del Pdl hanno scelto, grazie al ruolo svolto da una parte dei nemici alleati, addirittura la strada di un piccolo penoso Aventino che, stavolta, non è comunque riuscito a trasformare l’emiciclo di Montecitorio in un aula sorda e grigia. In pochi ammettono che a questo governo non c’è alternativa e che fino all’autunno non c’è alternativa. Convivere è diventata una necessità alla quale tutti devono sottostare. Lo sanno Berlusconi e Alfano, se lo ripetono tutti i giorni Epifani Franceschini e Renzi. Lo ricorda a tutti il capo dello Stato Giorgio Napolitano che anche in queste ore a Letta ha ripetuto fino all’ossessione: “vai avanti” . Dunque cosa accadrà nelle prossime settimane? Assolutamente nulla, perché nulla può succedere in quanto ancora una volta sarà il Quirinale (se questo non è già accaduto) a dare alla Cassazione l’opportunità di qualche pronunciamento che rimandi all’autunno ogni decisione senza compromettere ulteriormente un quadro politico ed economico già abbastanza frantumato e senza prospettive.
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