Immaginare oggi un futuro per il nostro Paese piu che arduo è praticamente impossibile. Le ragioni per capire questo stato di impotenza sono tante ma nessuna in particolare aiuta a trovare quella chiave di volta che apra almeno le porte alla speranza di un cambiamento. Archiviata la pratica elezioni e il disinvolto sfacciato e miserabile voltafaccia del Parlamento uscito dalle elezioni al quale gli italiani avevano chiesto a gran voce, di mettere in discussione o ridimensionare gli scandalosi privilegi di una casta politica al di sopra di tutto e di tutti, oggi ci costringono a fare i conti con battaglie di retroguardia che ignorano la gravità di una situazione sempre più drammatica. Riduzione nei parlamentari dei loro emolumenti e dei costi della politica: tutto rinviato. Sine die. Riduzione degli sprechi e dell’inefficienza della pubblica amministrazione nell’ambito di una spending review equa e credibile: non se ne parla più. Rilancio dell’economia: navigazione a vista e nessun provvedimento strategico all’orizzonte degno di questo nome. Riduzione del carico e minore pressione fiscale per cittadini e imprese: sono ancora i suicidi e l’ecatombe di imprese e gruppi a scandire i tempi dell’assenteismo del governo. Conti pubblici: continuiamo a perdere colpi mentre aumenta la mole dei debiti rispetto a quanto si produce. Disoccupazione soprattuttto giovanile: il trend negativo continua e nulla lascia presagire una inversione di tendenza, almeno nel breve medio periodo. In compenso, a causa della crisi anche le entrate fiscali cominciano ad arretrare ( – 0,4% ) mentre crolla del 6,8% il flusso dell’Iva rispetto ad un prodotto interno lordo che secondo Banca d’Italia potrebbe chiudere l’anno a -2%. Questa la situazione con la quale dobbiamo fare purtroppo i conti, mentre la compagnia di giro della politica e del governo in carica, cosa offre agli italiani stanchi e demoralizzati? Due chicche straordinarie che stanno facendo ridere il mondo: la battuta del vicepresidente del Senato Calderoli che guardando il ministro Kyenge la paragona ad un orango ed un autentico sequestro di persona della moglie e della piccola figlia di un fuoruscito kazako con tanto di consegna alle autorità di quel paese praticamente all’insaputa di tutti:del ministro degli interni del capo della polizia del ministero degli esteri e di tutta la linea di comando dei dicasteri interessati. A parte il ridicolo di un’incursione di 40/50 uomini dei servizi segreti armati di tutto punto per catturare una madre ed una creatura sole ed indifese, sono le penose scuse di Alfano e della Bonino, insieme allo scaricabarile che ne è seguito, a far comprendere agli italiani il livello di degrado ed approssimazione degli apparati di sicurezza dello Stato. Dopo la richiesta di dimissioni del ministro dell’Interno il governo adesso dovrà affrontare il giudizio di un Parlamento sempre più allo sbando. In attesa di un verdetto che potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’esecutivo, resta lo spettacolo offerto agli italiani e al mondo dove purtroppo a tenere banco sono un leader leghista provocatore e scemo e partiti e apparati che pensano di agire in dispregio della legge e soprattutto dell’intelligenza di un Paese. Tutti hanno già capito da tempo che le elezioni del febbraio scorso non ci hanno dato una nuova classe politica ma dei replicanti incapaci e ridicoli che stanno facendo rimpiangere quel teatrino vergognoso di corrotti e sbandati che alla fine dello scorso anno, aveva dovuto gettare la spugna per manifesta incapacità. Forse è il caso di tornare al pensiero forte del “tutti a casa”. Per riprendere a sperare e augurarsi che non tutto sia perduto.
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