La lotta al mercato dei falsari ha portato la Guardia di finanza ha sequestrare 105 milioni di prodotti nel 2012 e a chiudere almeno tre depositi illegali al giorno.
In Italia c’è un’impresa che è stata in grado di resistere alla crisi e che, nonostante il ribasso dei consumi, riesce ancora a fruttare parecchi milioni di euro l’anno. Questa impresa prende il nome di contraffazione.
Il lavoro di sequestro operato della Guardia di finanza è continuo, eppure sembra non bastare di fronte all’immenso potere del mercato dei “falsari” sempre più spesso collegati alla criminalità organizzata. Sono stati denunciati oltre 10.752 falsari (di cui 248 affiliati ad organizzazioni criminali), sequestrati oltre 105 milioni di merci pericolose e contraffatte. Su 13.000 operazioni, le fiamme gialle hanno dovuto sigillare tre fabbriche o depositi clandestini al giorno. Tali chiusure riescono a sottrarre all’economia della malavita circa due milioni di euro. Toscana, Lazio, Veneto, Campania, Marche, Lombardia oltre ad essere i principali vertici manifatturieri e industriali del nostro Paese, risultano essere anche “le aree preferite dalle imprese del falso, per produrre e assemblare merci di scarsa qualità, importarle senza il “brand” per eludere i controlli doganali e poi confezionarle con i marchi contraffatti”, ha dichiarato la Guardia di finanza.
I prodotti falsati appartengono a diverse categorie industriali e sono di ogni sorta e genere: abbigliamento e moda (conta circa 23 milioni di merci sequestrate), beni di consumo come articoli per la casa o per la scuola, farmaci, cosmetici, pezzi di ricambio (oltre 38 milioni i prodotti sequestrati). La quantità sequestrata nel 2012 è analoga a quella dell’anno precedente, ma raddoppiano i quantitativi per i settori dei giocattoli (oltre 21,5 milioni) e dell’ hi-tech (quasi 22 milioni). Vastissima la gamma dei prodotti offerti dalla ramificazione illegale dei falsari: biglietti ferroviari, lampade per la cosmesi. Perfino le figurine dei calciatori, una volta semplicemente “barattate” con i propri amici. E’ lo sviluppo tecnologico della società a favorire maggiormente questo mercato: il “falso” è oggi a portata di “click”. Le fiamme gialle hanno accertato che per lo smercio di questi prodotti non si utilizzano più i classici contenitori. Al loro posto è subentrato il web. Tant’è che la Guardia di finanza ha chiuso l’accesso a oltre 45 siti utilizzati per il commercio di farmaci e altri prodotti o per consentire agli utenti di scaricare illegalmente giochi e prodotti multimediali. Circa 4.297 i siti che proponevano giochi non autorizzati sono stati oscurati in collaborazione con l’ amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato.
Nello stesso periodo di tempo, sono stati sequestrati 2.683 videogiochi e apparecchi irregolari e individuati 1.555 punti raccolta di scommesse clandestine. Sono stati eseguiti in merito, 9.151 controlli dei quali il 35% ha portato alla certificazione di anomalie. “In tutti i casi- hanno precisato gli investigatori- a rimetterci non è’ soltanto lo Stato, ma soprattutto i giocatori che non hanno alcuna garanzia sulla regolarità del gioco e sulle possibilità di vincita, a vantaggio esclusivo di soggetti che, in alcune occasioni, le indagini hanno dimostrato essere legati alla criminalità organizzata”.
“La contraffazione è un’area particolarmente remunerativa per la criminalità organizzata, al pari dello spaccio di droga, della prostituzione, del gioco d’azzardo, del lavoro nero – ha spiegato Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori – Il problema è che è considerata con maggiore indulgenza dall’opinione pubblica, il che la rende un investimento più sicuro e meno rischioso. Il nemico da combattere, dunque, è prima di tutto culturale”. I.V.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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