Il bene prezioso, l’oro blu, come viene chiamata dalle Nazioni Unite, si celebra il 22 marzo da diciannove anni. Per l’occasione l’Istat ha fornito un quadro di sintesi su questa fondamentale risorsa attraverso statistiche sul ciclo idrologico, sull’uso delle acque urbane e su alcuni fattori climatici. In Italia il consumo è cresciuto: anche se inferiore a quello di Spagna, Gran Bretagna e Germania, in nostro Paese con 152 metri cubi “prelevati” pro capite nel 2008 e un consumo per abitante di 92,5 metri cubi, l’Italia è uno dei campioni europei nel consumo di acqua a uso potabile. Negli ultimi dieci anni, prelievi e uso sono cresciuti dell’1,2%, soprattutto nelle regioni del Nord (Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta in testa), mentre il consumo cala al Sud con la Puglia che ha il valore più basso d’acqua erogata per abitante.Secondo il rapporto dell’Istituto di statistica per la Giornata mondiale dedicata all’acqua quasi la metà dell’acqua consumata in Italia, però, si perde per strada. In alcune regioni del Mezzogiorno, per assicurare una fornitura di 100 litri bisogna immetterne 180: la differenza va sprecata per le condizioni disastrate delle condotte. Nel 2008 il 47% dell’acqua potabile è andata persa per garantire la continuità d’afflusso nelle condutture o per effettive perdite delle condutture stesse. Le maggiori dispersioni di rete, secondo l’Istat, sono in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri d’acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più. Quelle più basse si riscontrano invece in Lombardia e nelle province autonome di Trento e Bolzano. A questo ‘spreco’ generalizzato corrisponde comunque un uso più attento della risorsa acqua fatto dai cittadini. Nel 2009 il consumo pro capite per uso domestico, dato dalla media dei 115 capoluogo di provincia, è stato pari a 68 metri cubi per abitante (186,6 litri al giorno), in calo dello 0,7% rispetto al 2008. In tutti i capoluogo di provincia con una popolazione superiore a 250mila abitanti c’è stata una diminuzione del consumo per uso domestico rispetto all’anno precedente, a eccezione di Milano dove si registra un incremento dell’1,5%. La contrazione dei consumi (secondo l’Istat ininterrotta a partire dal 2001) testimonia una maggiore attenzione all’uso della risorsa idrica su gran parte del territorio nazionale.
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