L’appalto da nove milioni di euro per l’informatizzazione degli uffici di Palazzo Chigi, i contratti tra la Ilte, società cartiera piemontese e le Poste, i rapporti tra Luigi Bisignani e l’ex dg della Rai Mauro Masi circa il contenzioso con Michele Santoro per la chiusura di Annozero. Di questo si dovranno occupare i pm romani che vaglieranno le carte, poco più di un centinaio di pagine, qualche brano di interrogatorio e delle intercettazioni, giunte alla Procura capitolina da quella partenopea. Il “plico” napoletano, inviato dai pm Francesco Curcio e John Woodcock, i titolari dell’inchiesta napoletana sulla cosiddetta P4, è finito in un fascicolo aperto come modello 45, ossia senza indagati e ipotesi di reato.
“Al momento è poco il materiale giunto da Napoli – affermano gli inquirenti capitolini – e non sappiamo se in futuro arriveranno altre cose”. In sostanza i pm napoletani hanno inviato ai colleghi “spunti di indagine” su eventi di competenza romana. Tra gli atti posti all’attenzione del procuratore aggiunto, Alberto Caperna, c’è soprattutto l’appalto per la informatizzazione di Palazzo Chigi. In particolare si fa riferimento al contratto dell’Italgo di Anselmo Galbusera. Non è escluso che i pm romani affidino un’ampia delega agli uomini della guardia di Finanza al fine di chiarire le vicende dell’appalto che fu vinto nel giugno del 2010. Nello scorso mese di marzo, su richiesta della procura di Napoli, furono effettuate delle perquisizioni negli uffici della società di cui Galbusera, che sarebbe molto legato a Bisignani, è socio al 20%. Negli atti giunti a Roma potrebbero esserci anche brani dell’audizione che lo stesso Galbusera ha svolto con i pm titolari dell’inchiesta napoletana, Francesco Curcio e John Woodcock.Un colloquio durante il quale gli inquirenti hanno chiesto dell’appalto vinto, circa 9 milioni di euro spalmati in tre anni, e che riguarda i servizi informativi presso la presidenza dei Ministri. Tra i documenti giunti a Roma anche le questioni legate ai contratti tra la Ilte, società cartiera piemontese legata a Bisignani, e le Poste per la stampa e la spedizione di bollette e fatture in Italia. Curcio e Woodcock hanno ritenuto di competenza romana anche la vicenda della pubblicità al sito di Roberto D’Agostino, Dagospia. Nella richiesta di applicazione delle misure cautelari nei confronti di Bisignani, i pm scrivono che attraverso l’uomo d’affari il sito di gossip ha ottenuto pubblicità per centomila euro all’anno”. La circostanza emerge nel paragrafo in cui Papa e Bisignani parlano della cena di Vietti con “quattro avvenenti ragazze”. Una notizia che viene “proposta e presentata al Bisignani per Dagospia – scrivono i pm – e ciò a conferma della cogestione occulta da parte del Bisignani medesimo del noto sito scandalistico, al quale lo stesso Bisignani, come lui stesso ha ammesso, ha fatto ottenere dall’Eni pubblicità per oltre 100 mila euro all’anno”. Nel procedimento aperto dai pm romani è presente anche il filone di indagine sul rapporto tra Bisignani e l’ex dg della Rai, Mauro Masi. In particolare il riferimento è al contenzioso, esploso nei mesi scorsi, tra l’ex dg e Michele Santoro in relazione alla chiusura del programma Annozero. Da piazzale Clodio non escludono che su questo punto possa essere disposto uno stralcio e conseguente trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri. Al vaglio del Tribunale dei Ministri, da tempo, c’é il fascicolo che vede indagato Silvio Berlusconi per concussione e minacce con riferimento alle pressioni esercitate nel 2009 sull’allora commissario Agcom Giancarlo Innocenzi affinché venisse sospeso Annozero. In questa vicenda, l’Autorithy, Innocenzi e Masi sono considerati parti offese.
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