Piazza Affari chiude sui minimi di seduta, con l’indice Ftse Mib in calo del 3,06% a 17.885 punti. Male i bancari: le vendite piu’ decise hanno riguardato ancora Fonsai (-7,67%) e Parmalat (-7,15%), ma peggiorano ora soprattutto le banche, con Intesa Sanpaolo in calo del 6,89%, Mps del 5,85%, Unicredit del 5,79% e il Banco Popolare del 5,84%. Piazza Affari è stata la peggiore Borsa europea, ma tutti i listini continentali hanno archiviato una seduta molto difficile: l’indice Stxe 600, che registra l’andamento dei principali titoli quotati sui mercati azionari europei, ha ceduto l’1,71%, che equivale alla perdita di 91,2 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola seduta.
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati o ipotesi di reato, in relazione all’andamento della Borsa nelle ultime settimane. Lo si apprende da fonti giudiziarie. La speculazione sui mercati borsistici e sul mercato secondario dei titoli di Stato seguita alla diffusione di rating sull’Italia e, in particolare, ai giudizi espressi sulla manovra correttiva sono ora sotto i riflettori della magistratura. Il pm di Trani Michele Ruggiero, che aveva gia’ aperto un’ inchiesta sulle agenzie di rating nel passato, l’ha ampliata anche alla possibile speculazione delle ultime settimane, dopo l’arrivo di un esposto denuncia da parte dell’Adusbef e Federconsumatori. Il magistrato, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, si e’ recato alla Consob, dove ha raccolto dati e informazioni sul confronto che la stessa Autorita’ di Borsa aveva avviato con le agenzie di rating dopo la diffusione dei report. Secondo quanto si e’ appreso, anche magistrati di Roma e Milano avrebbero aperto dei fascicoli in merito. In seguito allo stop tecnico in corso da questa mattina su diversi strumenti quotati a Piazza Affari sui mercati Etf, Sedex e sul mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato (Mot), Consob e’ in stretto contatto con Borsa Italiana e ha avviato accertamenti per comprendere quali siano le ragioni che hanno causato l’interruzione delle negoziazioni. Lo si apprende da fonti della Commissione. Quella che si è aperta è una settimana rovente per i mercati finanziari: gli spread di alcuni paesi europei, Italia compresa, ancora alti. L’impatto dei risultati degli stress test sulle banche. La concreta valutazione dell’efficacia della manovra economica italiana. Le trattative di Obama con i repubblicani per modificare il tetto al debito Usa. E il Summit salva euro in programma giovedì con i capi di governo alle prese con la necessità di rafforzare gli interventi sulla Grecia. Non manca di certo il combustibile. Le Borse europee perdono quota in scia alle vendite che stanno colpendo i bancari, nonostante i risultati – in gran parte positivi – emersi dagli stress test. L’indice paneuropeo, Stoxx 600, cede quindi lo 0,34%, mentre a fare peggio sono il comparto del credito (Stoxx banks -0,5%) e delle costruzioni (Stoxx construction -0,7%). I listini sono quindi tutti in rosso e a guidare i ribassi spuntano Milano (-2%) e Parigi (-0,83%), precedute da Francforte (-0,79%) e Londra (-0,56%). Tra i titoli più pesanti i bancari, quindi, con il Credit Suisse che perde il 2,92% e Deutsche Bank il 2,32 per cento. Nel comparto assicurativo pesante la francese Axa che lascia sul listino di Parigi circa 2,5 punti percentuali.Wall Street accentua le perdite. Il Dow Jones perde l’1,14% a 12.338,39 punti, il Nasdaq cede l’1,17% a 2.757,97 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,09% a 1.301,84 punti. Le Borse asiatiche archiviano la prima seduta della settimana sottotono, in gran parte influenzate dai timori legati al grande accordo su debito e deficit americano. Complice poi l’assenza di scambi sul listino di Tokyo, chiuso per festa nazionale, i mercati del ‘Far East’ si sono mossi a passo di gambero: l’indice Msci Asia Pacifico, che sintetizza l’andamento dei mercati di questa macro-area, sta arretrando infatti di circa 0,5 punti percentuali. A guidare i ribassi è la Borsa di Seoul con l’indice principale che ha ceduto quasi 0,7 punti percentuali, lievemente meglio sta andando invece ad Hong Kong (-0,06%), mentre Taiwan ha chiuso in calo dello 0,42 per cento. Tra i titoli più deboli, quindi, quelli degli esportatori verso gli Stati Uniti che risentono del problema deficit. Il colosso dell’elettronica koreano, Samsung, ha perso il 2 per cento, al fianco al produttore di telefonini taiwanese Htc (-2,1%). Male, per le stesse ragioni, anche il gigante dei semiconduttori cinese, Smi, che è crollato del 7,9%, mentre il quarto colosso mondiale di telefoni, LG, ha perso lo 0,7 per cento. Quotazioni in ribasso infine per il ‘big’ dell’elettronica Hon Hai Precision (-3%). Le Borse europee proseguono la seduta in calo snobbando di fatto i risultati degli stress test che non sembrano allontanare i timori legati alla crisi del debito che sta colpendo alcuni Paesi Ue. E così a metà seduta l’indice Stoxx 600 perde lo 0,7%, mentre il peggior listino si conferma Milano che perde l’1,72 per cento. Appaiono comunque pesanti anche Parigi (-1,29%), Francoforte (-1,13%) e Londra (-0,98%). Ad affossare i listini sono sopratutto i titoli bancari, nonostante i risultati degli stress test dai quali è emersa la bocciatura di 8 banche europee su 90. Diverse case d’affari hanno comunque definito la prova poco credibile visto che “gli asset delle banche non sono stati stressati a sufficienza dalla simulazione”. Mentre un analista di JpMorgan ha ipotizzato che almeno 20 istituti del Vecchio Continente necessiterebbero di un aumento di capitale. E di queste analisi il comparto bancario non ne sta beneficiando sui mercati: l’indice settoriale (Stoxx bank) arretra di un punto e mezzo (-1,46%), mentre ad affossare il comparto sono i titoli greci come Efg (-5,56%), oltreché quelli francesi Societé Generale (-4,32%), Credit Suisse (-3,55%). Di seguito gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: – Londra -0,98% – Parigi -1,29% – Francoforte -1,13% – Madrid -0,44% – Milano -1,83% – Amsterdam -1,02% – Stoccolma -1,60% – Zurigo -1,36%.
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