E’ guerra di cifre tra le Nazioni Unite e il regime di Assad. Oggetto del contendere è il terribile bilancio di morte che in Siria aumenta giorno dopo giorno, ormai da mesi. Secondo Navi Pillay, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il numero delle vittime della repressione in atto in Siria contro gli oppositori da metà marzo è arrivato almeno a quota 2600. “Per quanto riguarda la Siria, secondo fonti attendibili sul posto, il numero delle persone uccise dall’inizio delle violenze è di almeno 2600”, ha detto oggi, parlando all’apertura della Diciottesima sessione del Consiglio dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite.
Il dato precedentemente diffuso dall’Onu era invece di 2.200 morti. Il governo siriano ha fornito un bilancio ben diverso. Per una consigliera di Assad, Boutheina Shaabane, i morti sono 1400, tra cui 700 poliziotti e militari e altrettanti “ribelli”. “Ci sono stati 700 morti tra militari e poliziotti e altri 700 tra i ribelli”, ha dichiarato in conferenza stampa a Mosca. Lo stesso consigliere politico e per i media del presidente siriano, ha però aperto spiragli di dialogo, affermando che potrebbero tenersi “entro fine anno” le elezioni parlamentari. Buseina Shaaban ha poi invitato l’Occidente “a comportarsi come la Russia” e ha criticato “la disinformazione” dei media per il modo in cui stanno trattando la crisi siriana. Il consigliere ha quindi escluso che in Siria possa verificarsi uno scenario simile a quello della Libia. “Credo che sia impossibile – ha affermato la Shabaan, in visita in Russia – quest’opzione è fuori questione in Siria”. Comportarsi come la Russia vorrebbe dire dichiarare che non è necessario esercitare “pressioni supplementari”. E’ quanto infatti ha affermato, sempre oggi, il presidente Dmitri Medvedev, che si è detto inoltre contrario a ogni risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che imponga sanzioni al regime del presidente Bashar al Assad. “Non c’è la necessità per pressioni supplementari” su Damasco, ha dichiarato Medvedev durante una riunione a Mosca con il capo del governo britannico David Cameron, alludendo all’adozione di una risoluzione “ferma ma equilibrata” senza sanzioni “automatiche”. Di ben altra opinione sembra però il coordinatore dell’Onu per il Libano, preoccupato per le ripercussioni che la situazione siriana potrebbe avere sull’intero quadrante. Secondo Michael Williams, il Libano deve infatti “tenersi pronto alla tempesta proveniente dalla Siria” e alle conseguenze che essa potrebbe avere sui suoi sempre delicati equilibri politici a sfondo confessionale. Lo ha detto in un’intervista al quotidiano britannico Daily Star. “Cosa succederebbe – ha sottolineato tra l’altro Williams – se i sunniti attaccassero gli alauiti o i cristiani? Ciò potrebbe avere conseguenze in Libano”. Gli alauiti (o alawiti), minoranza sciita, sono al potere in Siria, dove minoranza sono anche i cristiani con circa il 5 per cento della popolazione. I sunniti sono invece la grande maggioranza. In Libano, Paese che risente fortemente dell’influenza siriana, vede un mosaico di confessioni più equilibrato tra sciiti, sunniti e cristiani. Un altro problema che potrebbe ricadere sul Libano, ha aggiunto Williams, è quello dei profughi provenienti dalla Siria. “Fino ad ora il loro numero è stato relativamente piccolo, fra i 2.000 e i 4.000, e il Libano è stato in grado di gestirli, ma se ci fossero incidenti più vasti, vi potrebbero essere movimenti più consistenti, e questa è una preoccupazione”, ha affermato il coordinatore delle Nazioni Unite. In merito al presidente siriano, Bashar Al Assad, Williams ha affermato che “si è mostrato incapace di qualsiasi riforma significativa”.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy