Cala il sipario su uno dei GP di Monza più esaltanti che si siano disputati negli ultimi anni. Come esaltante è stato lo spettacolo che, fuori dalla pista, hanno fornito gli oltre novantamila appassionati che hanno assistito alla gara che, con ogni probabilità, ha sancito la vittoria del campione in carica, Sebastian Vettel, anche nell’attuale corsa all’iride. Il tedesco, infatti, con questo successo ( l’ottavo su 13 GP), potrebbe raggiungere la matematica certezza del titolo già fra due settimane, nel GP in notturna programmato sula pista di Marina Bay, a Singapore.
Ma tanta passione è stata ripagata appieno anche da altri due grandi protagonisti: Fernando Alonso e Michael Schumacher. Lo spagnolo è stato autore di una partenza da manuale, capolavoro di tecnica di guida, ma anche di audacia ( “La sua partenza valeva da sola il prezzo del biglietto”, le parole di encomio spese all’indirizzo dell’iberico da Sergio Marchionne, a.d. della Fiat) che si è portato dal 4° posto occupato sulla griglia sino alla testa della corsa, facendo letteralmente esplodere di gioia l’intero autodromo. Non poteva durare a lungo, però, e questo anche lo stesso Alonso lo sapeva e lo ha candidamente ammesso nella conferenza stampa di fine gara (“Sapevo che presto o tardi Red Bull e McLaren mi avrebbero passato”), e, difatti, già al 5° giro, incalzato dalla Red Bull di Vettel, ha dovuto cedere il passo alla Roggia: bellissimo, comunque, il sorpasso del campione tedesco. Poi ha dovuto subire anche il ritorno, prepotente, di un eccellente Jenson Button, finalmente autore di una grande gara anche con il caldo e che, partito malissimo, ha superato in uncolpo solo, al 17° giro, Hamilton e Schumi. E proprio questi ultimi due campioni hanno dato vita ad uno dei duelli più appassionanti dell’intera corsa, sorpassandosi ripetutamente a vicenda sino allo spunto decisivo del britannico, favorito, oltre che da una vettura nettamente più veloce della Mercedes di Schumi, anche da un intervento del box della scuderia tedesca che comunicava al proprio pupillo che era arrivato, ormai, al terzo avvertimento da parte della direzione di gara di non chiudere la traiettoria a zig zag. Di questa fantastica sfida si è avvantaggiato proprio il ferrarista che ha potuto, così, conservare un margine rassicurante sull’accorrente Hamilton, tenendolo, per mezzo secondo, giù dal podio ( “ Meno male, perché se ci fossero stati altri 2-3 giri, forse mi avrebbe passato”, le parole di un sempre lucido ed onesto Fernando). Alonso ha anche sostenuto che la sua ottima prova ( e c’è da dire che, da quando è tornato a fare risultati con una certa costanza, Fernando, a differenza dei suoi rivali che, a turno, hanno sofferto dei passaggi a vuoto o denotato, comunque, occasionali incertezze, non ha sbagliato pressoché nulla) sia stata dovuta al fatto che: “ Io ormai corro libero di testa, posso prendermi i miei rischi, proprio perché non ho più nulla da perdere”. Sicuramente sarà ancora un grandissimo protagonista del Mondiale anche nelle restanti 6 gare previste da calendario, a maggior ragione ora che ha conquistato il 2° posto in classifica piloti. Cercherà, poi, di guidare il Cavallino anche ad una, comunque, difficilissima, 2° piazza anche nel Mondiale costruttori ( la McLaren, attualmente 2° dietro l’irraggiungibile Red Bull, precede la scuderia di Maranello di ben 71 punti). Tornando al vincitore, non può non esser rimarcata l’importanza dell’insolita ( un inedito assoluto, sarebbe più corretto dire, visto che si parla di Monza, ossia del tracciato che, per eccellenza, ha sempre premiato più la velocità pura che non sull’appoggio nelle curve) scelta operata da Adrian Newy e dal suo staff di potenziare l’appoggio in curva della Red Bull di Vettel, a scapito della velocità ( e, infatti, e potrebbe sembrare un paradosso, la Red Bull è risultata essere la vettura più lenta in pista con una punta di 327,4 Km/h in rettilineo, contro, per esempio, i 342 della Ferrari di Massa), ma garantendosi, così, una stabilità assoluta in frenata e in curva, usurando meno le gomme. Scelta inedita, ma scelta vincente. Per quel che concerne l’altro ferrarista, Felipe Massa, ha concluso al 6° posto la sua prova ma ha lasciato l’autodromo scurissimo in volto perché avrebbe potuto ( e a ragione) ottenere molto di più da questa corsa se non fosse stato toccato durissimo da Webber già in avvio, perdendo secondi preziosi, cui si sono aggiunti quelli spesi per i conseguenti sorpassi nelle retrovie. Una curiosità statistica per far meglio comprendere la grandezza di questa gara ( oltreché la sua spettacolarità): hanno terminato ai primi 5 posti, 5 piloti che hanno vinto, ciascuno, uno o più tutoli mondiali. Capito cosa si sono potuti gustare i novantamila fortunati sulle tribune?
Daniele Puppo
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