Possono tirare un sospiro di sollievo le prostitute che esercitano nella periferia del capoluogo toscano. Sarebbe stato individuato infatti l’autore dell’efferato omicidio della giovane rumena trovata crocifissa sotto il viadotto dell’Autosole a Ugnano, una frazione tra Firenze e Scandicci, all’alba di lunedì 5 maggio. Si tratterebbe di un cinquantacinquenne idraulico fiorentino.
“Ho fatto una stupidaggine” avrebbe ammesso subito Riccardo Viti appena raggiunto all’alba dalla polizia nella sua abitazione in zona Careggi. Al pm Paolo Canessa che coordina le indagini sulle violenze sessuali culminate con l’omicidio di Andreea Cristina, durante l’interrogatorio avrebbe già confessato:
«Faccio questa cosa per un senso di rivalsa».
Le violenze iniziano nelle zone ai margini della città nel 2006 con il primo caso di una prostituta legata, violentata e abbandonata nuda. Da allora almeno sei i casi simili avvenuti tra Firenze e Prato. Il fermo di questa mattina è stato possibile grazie alla processione di donne coinvolte in casi analoghi o che semplicemente hanno potuto fornire elementi utili all’individuazione dell’uomo che non è sposato, vive con i genitori ed ha una compagna che lavora all’ospedale di Careggi.
Soddisfatto il questore di Firenze, Raffaele Micillo, che nei giorni scorsi aveva definito “una bestia” l’assassino della prostituta rumena. Così lo aveva aposfrotato alla luce dell’efferatezza delle sevizie che avevano portato in pochi minuti la giovane alla morte per emorragia interna, pur dispiacendosi, aveva detto, di paragonarlo agli animali. L’uomo arrestato, ha aggiunto Micillo:
“è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente”.
Chi era Andreea Cristina Zamfir
Sul sito rumeno Libertatea si legge: “La morte ha rivendicato la giovane e la lunga serie di sofferenze che sembra aver avuto inizio dal giorno in cui è venuto nel mondo, in una famiglia che non lo voleva”.
Andreea Cristina è stata abbandonata dai suoi genitori a 4 anni. Era nata a Hunedoara. La sua vita sembra prendere una svolta buona sette anni fa quando incontra suo marito. La coppia mette al mondo due bambini. Non era che… Vicini nel blocco in cui ha vissuto con l’uomo che si ricordano con tristezza di Cristina. Alcuni vicini di casa hanno raccontato che la ragazza ha avuto una vita da incubo in Lahore, dove si era trasferita e suo marito. Lui è stato picchiato, ha girato spesso fuori casa e a volte dormiva sulle scale.Poi si erano trasferìti in Mehedinţi, dove abitava la famiglia del marito. Ma la disperazione, non avere nulla per crescere i bambini, 4 e 2 anni, li ha portati lo scorso mese di gennaio a cercare lavoro in Italia. Inizialmente hanno mandato a casa 150 euro, ma evidentemente le cose non andavano bene neanche qui. Potrebbe forse essere questo il motivo per cui la ragazza ha iniziato a battere la strada in cerca di clienti occasionali. In Romania le persone che si prendono cura dei due bambini non hanno nemmeno l’elettricità. La madre della vittima ha chiesto il sostegno per il rimpatrio della salma e il funerale di questa giovane donna molto sfortunata .
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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