Siamo piccoli e le vacanze le facciamo da soli. Ed è vero, se si pensa che in un paese come l’Italia, dove sempre più spesso i figli stentano ad uscire di casa e i genitori a mollare le redini, i ragazzi che se ne vanno in vacanza da soli sono un esercito: un milione e 400mila. Le prime esperienze, poi, le cominciano in età tenerissima: già dai sei anni molti bambini cominciano a muoversi senza i genitori alle costole.
Al Children’s Tour 2014, il Salone delle vacanze 0-14 che si è appena concluso a Modena la soddisfazione di pubblico ed espositori cresce insieme al numero delle edizioni di questa manifestazione (oggi l’undicesima). I 34.000 ingressi in tre giorni, con un aumento del 3% nell’affluenza dei visitatori, testimoniano che la kermesse sembra avere centrato il suo scopo: focalizzare l’attenzione delle famiglie sul tema della vacanza a misura di bambino per far divertire i turisti in miniatura.
Il Salone è innovativo proprio nella formula di fiera aperta al pubblico: alterna un’area espositiva con l’offerta turistica a uso dei genitori –località turistiche, villaggi, alberghi e strutture ricettive, parchi tematici, camp sportivi e centri per le vacanze studio, fattorie didattiche e percorsi naturalistici – e aree animazione e arena spettacoli a disposizione gratuita dei ragazzi.
Imparare divertendosi è stata la parola d’ordine di questa undicesima edizione. Cinque le aree tematiche: da quella interamente dedicata agli itinerari escursionistici nelle fattorie didattiche e negli agriturismi, così come nei campi sportivi e in quelli d’avventura, nonché nel mondo del food. I piccoli visitatori hanno avuto anche la possibilità di creare con le proprie mani partendo da oggetti semplici, da elementi naturali e materiali di recupero, riutilizzando, reinventando e liberando fantasia e creatività. E ancora, con il “corso rapido per piccoli maghi e streghe” della Scuola Estiva di Hogwarts i bambini hanno potuto acquisire tutte le basi della magia, dall’abbigliamento agli ‘animali da compagnia’ degli addetti alla magia: i draghi.
Dall’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile sono emersi dati importanti relativi al settore: nel 2013 il 65% delle famiglie italiane ha fatto almeno una vacanza con i figli. Il mare rimane al top delle preferenze (nel 62% dei casi); oltre il 14% dei piccoli turisti ha fatto una vacanza senza i genitori e si abbassa l’età dei primi viaggi in autonomia: già dai 6 anni molti bambini vanno in vacanza da soli.
Il turismo giovanile e delle famiglie sembra resistere alla tempesta della crisi e vede i figli in un ruolo sempre più importante nel determinare le destinazioni vacanziere: secondo i dati diffusi dall’Osservatorio di Children’s Tour, padri e madri coinvolgono la prole nella scelta del viaggio nel 36% dei casi, con punte che arrivano al 54% nell’età più difficile, l’adolescenza, e al 40% quando i figli hanno fra i 6 e i 10 anni.
«Abbiamo deciso insieme a loro», confessano candidamente i genitori, che secondo lo studio in realtà cominciano anche prima, sotto i 10 anni, a consultare bambini apparentemente sempre più precoci, quando si tratta di scegliere se andare al mare o in montagna. Quanto ai luoghi, il panorama delle soluzioni è estremamente vario e muta anche in conseguenza dell’età dei minori. Fino ai due anni si preferiscono i family hotel, spesso raccolti in appositi portali internet come bimboinviaggio.com. Per questo tipo di sistemazione si può contare soprattutto sulla sensibilità degli albergatori altoatesini che offrono programmi-benessere mirati all’armonia psicofisica di mamma-neonato-papà: esercizi di tonicità e attività posturali per la madre, corsi di acquaticità per il neonato, massaggi per tutta la famiglia, compresa la versione ayurvedica offerta da certe strutture anche ai piccolissimi.
Le soluzioni per gli under 6, quando ancora i bambini partono in viaggio coi genitori, prevedono formule baby-club in cui i piccoli sono suddivisi per fasce di età: i menu sono studiati per loro, soprattutto sotto i 4 anni. Sono previste «sale sonnellino» per il riposo pomeridiano, aree giochi dedicate, preferibilmente in mezzo al verde. Per chi può permetterselo, le agenzie organizzano anche baby-safari in Sudafrica, con escursioni protette nel Kruger Park che garantiscono vacanze sicure.
Con l’età della ragione, dai 6 anni in poi, possono iniziare le prime esperienze di vacanza in solitaria: sono le organizzazioni religiose come le parrocchie, oppure i boy-scout, a prendersi cura dei baby viaggiatori nel quadro di soluzioni che prevedono attività di gioco o a contatto con la natura, fanno sapere i responsabili dell’Osservatorio che ha curato l’indagine per Children’s Tour. Ci sono poi le vacanze studio, che sotto i 10 anni si svolgono in Italia, per garantire comunque una certa vicinanza con le famiglie. Un’altra via battuta dai genitori quando i figli hanno fra gli 8 e i 14 anni sono i campi sportivi, che offrono la possibilità di praticare una disciplina agonistica e di affiancarvi lo studio di una lingua straniera.
Dai 13 anni in poi è diventata una prassi il viaggio da soli all’estero per lo studio di una lingua, con mete in Europa. È l’inizio dello ‘smarcamento’ dai genitori, perché oltre allo studio della lingua la voglia di avventura spinge ai viaggi-avventura sulle Alpi fino alle vacanze in barca a vela. Siamo ormai intorno ai 16 anni, i viaggi studio proseguono e i ragazzi scalpitano sempre più, pronti a spiccare il volo senza ritorno, almeno per quel che concerne la meritata pausa estiva dopo l’anno trascorso sui libri.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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