Esino Lario vende tutto, anche il municipio. Tutto a buon prezzo. Il sindaco del piccolo paese, sulle montagne lecchesi a 12 chilometri da Varenna, nella Val d’Esino, Pietro Pensa, già noto per aver ospitato l’evento mondiale di Wikipedia, ha lanciato la provocazione, pubblicando un video su Youtube e anche un sito “immobiliare” dedicato Vendesi paese.
Esino è un piccolo borgo di 747 abitanti, a circa 1000 metri di altitudine. Il motivo per il quale è partita questa provocazione guidata dallo stesso sindaco è da ricercare nella protesta diffusa che da qualche anno si registra nelle zone montane del nostro Paese, alle prese con uno spopolamento che non ha precedenti nella storia. «Ogni giorno migliaia di realtà come la nostra sono lasciate sole», denuncia Pensa, «a lottare contro il nemico più grande: lo spopolamento». Segue: la lista dei benni immobiliari comunali che il comune mette in vendita. 200 mila euro per l’edificio del municipio, 280 euro per una panchina…
A livello locale, la provocazione del sindaco ha suscitato polemiche, ma anche riflessioni proprio sulla sostenibilità dei Comuni montani per fronteggiare questa emergenza e sulle strategie utili a contrastare lo spopolamento.
Il sindaco Pensa ha affidato ad un video le ragioni della sua iniziativa. E, come lui stesso ammette, spera con questo “strappo” poco istituzionale di far discutere e riflettere sulla situazione degli enti locali in generale e dei piccoli Comuni in particolare. “La vita in un piccolo paese è difficile, e non possiamo biasimare le persone che decidono di trasferirsi in centri abitativi più grandi – ha detto il primo cittadino – Ma così facendo, perdiamo la ricchezza dell’artigianalità, della cultura turistica e dell’ enogastronomia locale. Non dobbiamo dimenticare, infatti, il valore delle tradizioni che fanno dell’Italia il paese più bello del mondo. E ritengo che, come amministratori, dobbiamo lottare ogni giorno per assicurare ai nostri concittadini di non rimanere esclusi dalle innovazioni che interessano il resto d’Italia. Da qui la mia decisione irrituale di mettere in vendita alcuni dei luoghi simbolo del nostro paese, per poter disporre di nuove risorse economiche che ci consentano di proseguire nei progetti di sviluppo e innovazione”.
E ancora: “Sono convinto che il futuro del nostro Comune possa essere garantito solo attraverso maggiori risorse e una maggiore apertura al mondo, anche se questo vuol dire sacrificare parte del nostro amato patrimonio. Con questa proposta mi faccio portavoce di una situazione che accomuna circa 5.500 amministrazioni locali con meno di 5.000 abitanti. ” Pensa ha concluso: “Il ricavato di questa iniziativa garantirà le risorse necessarie a rivedere o creare alcuni servizi fondamentali per i cittadini. Le voci di spesa per un comune che vuole rimanere competitivo e attrattivo sono tante: dalle garanzie di miglioramento delle infrastrutture, come strade e ferrovie, ad un numero maggiore e più efficiente di strutture pubbliche destinate alla formazione, per accedere in modo più semplice ed immediato a servizi di connessione a internet più veloci. Con il chiaro obiettivo di riuscire anche noi ad evolverci verso centri più smart”.
AGMC
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