L’ISIS ha torturato, violentato e ucciso bambini appartenenti alle minoranze etniche e religiose, nelle regioni del territorio iracheno sotto il suo controllo. Lo afferma l’ONU, in un rapporto pubblicato nelle ultime ore.
La notizia arriva poco più di ventiquattr’ore dopo la diffusione del video della brutale esecuzione di Moaz al-Kasasbeh, il pilota giordano catturato dalle forze del Califfato, bruciato vivo in una gabbia.
Le affermazioni sono contenute in un rapporto periodico del Comitato sui diritti dell’infanzia, l’organo ONU incaricato di assicurarsi che gli Stati rispettino i trattati in materia. Il documento è rivolto formalmente al governo iracheno e prende in considerazione questioni sulla condizione di bambini e ragazzi in tutto il territorio nazionale, non solo le violazioni attribuite all’ISIS. Si tratta del primo rapporto compilato in merito dal 1998.
Nel rapporto, il Comitato usa il linguaggio più duro concesso dai regolamenti: “aborrisce e condanna (…) l’uccisione sistematica di bambini appartenenti alle minoranze etniche e religiose da parte del cosiddetto ISIL, inclusi numerosi casi di esecuzioni di massa di ragazzi”. Non manca di menzionare episodi di bambini crocifissi, decapitati o sepolti vivi. La stessa condanna è rivolta alla strage di bambini vittime delle azioni militari, molti dei quali sono morti di fame, sete e caldo, e ai rapimenti di massa. Secondo Renate Winter, uno dei 18 membri del comitato, l’ISIS impiegherebbe i bambini rapiti come scudi umani, li costringerebbe a fabbricare armamenti o a lavorare come informatori. Bambini affetti da disabilità mentali sarebbero stati addirittura impiegati in missioni suicide.
Nei paragrafi successivi, il documento accusa il Califfato di aver praticato sistematicamente lo sfruttamento sessuale di minori, e di aver allestito veri e propri mercati destinati alla compravendita di donne e bambini. Esprime poi “la più profonda preoccupazione” per i bambini delle minoranze “uccisi, torturati, violentati, costretti a convertirsi all’Islam, isolati dall’assistenza umanitaria”, attribuendo all’ISIS disegni di pulizia etnico-religiosa, espulsione sistematica e sterminio delle loro comunità.
Nello stesso rapporto, il Comitato sui diritti dell’infanzia esorta più volte il governo iracheno a prendere tutte le misure in suo potere per proteggere i bambini e assicurare i colpevoli alla giustizia. Oggi questo va oltre le possibilità di Baghdad: il comitato lo sa e Winter ne ha preso atto. Resta la speranza che la pubblicazione di questo rapporto inneschi una discussione delle violazioni dei diritti umani per mano dell’ISIS a livello delle sfere più alte dell’ONU.
Filippo M. Ragusa
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