Alla fine Erich Priebke è stato accolto ad Albano, presso il centro San Pio X, per caritatevole concessione della comunità dei lefevriani il cui padre fondatore fu scomunicato nel 1988 da Papa Giovanni Paolo II. Ma il comune dei Castelli romani non ha accettato favorevolmente la notizia. A cominciare dal sindaco, Nicola Marini, che ha escluso l’ipotesi di esequie nel suo Comune, minacciando prima di non far transitare la salma nel territorio comunale, facendone addirittura un’ordinanza. Poi, una volta raggiunto dalla contro-ordinanza del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che intima lo svolgimento delle esequie, ha parlato di “grave ferita per una città che ha pagato un prezzo altissimo alla guerra di liberazione”.
Il carro funebre è stato preso d’assalto dai manifestanti. Tra proteste e incidenti, calci e pugni, monetine e spazzatura lanciati contro la vettura, la salma tra i cori intonanti ‘Bella ciao’ è arrivata a destinazione, grazie a un nutrito cordone delle forze di polizia. Davanti alla chiesa anche Maurizio Boccacci, leader della formazione di estrema destra Militia. Momenti di alta tensione si sono registrati quando una ventina di neofascisti, con caschi in mano, al grido “boia chi molla” ha cominciato ad avvicinarsi alla chiesa. Il gruppo è stato respinto dalle forze dell’ordine, che si sono frapposte tra loro e i manifestanti antifascisti (un centinaio).
La cerimonia religiosa con messa in latino, a porte chiuse per amici intimi e familiari”, come annunciato nel primo pomeriggio l’avvocato Paolo Giachini, alla fine non si è svolta per decisione del prefetto di Roma che ha dichiarato la situazione “ingestibile”. Per il legale di Priebke i funerali non si sono svolti perché “le autorità non hanno permesso di entrare a quanti volevano prendere parte”alle esequie. Nella notte la salma del ‘boia’ delle Fosse Ardeatine è stata trasferita all’aeroporto di Pratica di Mare con un furgone senza insegne che è stato fatto oggetto di una fitta sassaiola riportando danni al parabrezza. Sembra che sia stata vi lanciata contro anche una bomba carta. Anche questa volta le forze dell’ordine sono dovute intervenire con una leggera carica.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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