La procura di Tirana ha emesso un mandato d’arresto per Francesco Becchetti, l’editore di Agon Channel.
L’imprenditore romano è accusato dai magistrati albanesi di riciclaggio e falso in documentazione. Accuse identiche per Liliana Condomitti, madre di Becchetti, e per il collaboratore italiano Mauro De Renzis. Già in manette un’altra collaboratrice, Erjona Troplini, e una dipendente di una banca albanese che avrebbe favorito i movimenti occulti dei capitali di Becchetti.
Nell’ambito dell’inchiesta, il tribunale di Tirana ha poi ordinato il sequestro dei pacchetti azionari dell’imprenditore, pari al 60% dei capitali sociali di cinque società registrate in Albania. Una di queste è Agon Set, che controlla Agon Channel, il canale tv generalista che dal primo dicembre 2014 trasmette anche in Italia. Sequestrati inoltre tutti i conti correnti di Becchetti e delle sue società.
L’editore è sospettato di aver costruito fra il 2007 e il 2013 un “gigantesco schema di riciclaggio” che gli avrebbe fruttato “alcuni milioni di euro”.
Gli inquirenti indagano anche su un credito milionario dell’imprenditore nei confronti del fisco di Tirana.
Nipote di Manlio Cerroni, per trent’anni amministratore della discarica romana di Malagrotta, Becchetti ha trasferito la sede dei suoi affari in Albania negli anni ’90, prima nel settore della produzione di carta, poi – come amministratore delegato del Becchetti Energy Group – nel campo delle energie rinnovabili.
Nel 1997 il gruppo ottenne una concessione trentennale per costruire e gestire un impianto idroelettrico a Kalivac, nel sud dell’Albania. Il progetto da 160 milioni di euro presentato dal Becchetti Group prevedeva la partecipazione di Enel Power, che però si ritirò ben presto. Il copione si ripeté cinque anni dopo, per ottenere la proroga della concessione, ma con Deutsche Bank nei panni del finanziatore. Intanto, dopo diciannove anni, a Kalivac i lavori non sono ancora partiti e nessuno si è preoccupato di pagare i fornitori.
Anche Agon Channel era finita al centro di un’aspra polemica con strascichi giudiziari. Appena due settimane dopo l’inizio delle trasmissioni, l’ex direttore di Rai Radio Uno Antonio Caprarica si era dimesso da direttore del tg Agon News, accusando la proprietà di avergli messo a disposizione mezzi gravemente insufficienti. La redazione che doveva allestire dieci edizioni al giorno del telegiornale era costituita da nove persone in tutto, disponeva di un solo telefono e non aveva né studi né una troupe per i servizi.
F.M.R.
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