L’agreekment, il neologismo che racchiude in un unico termine agreement e Greek, è ormai realtà, ma non sembrano placarsi le discussioni, per lo più politiche, sul percorso individuato.
Non è un mistero che il – terzo- salvataggio della Grecia non fosse visto di buon occhio, soprattutto da chi ha dimostrato a più riprese scetticismi nemmeno troppo velati circa la capacità del governo di Atene di mettere in piedi quelle riforme che oggi sono un vincolo inscindibile per ottenere le risorse richieste ai creditori.
A mordere il freno, sia alcuni stati membri, sia alcune fazioni che sostengono lo stesso governo Tsipras.
I Greci indipendenti di Anel, ad esempio, “sono stati costanti nel loro sostegno al governo, lo abbiamo sostenuto e continueremo a sostenerlo”, ha assicurato la portavoce Marina Chrysoveloni, ma “ci sono dei limiti” posti dal rispetto del mandato del popolo greco “espresso con le elezioni di gennaio e con il referendum”.
Questa mattina, a margine della riunione dell’Ecofin durante la quale era prevista la discussione del prestito ponte per Atene, il ministro delle finanze britannico George Osborne ha ribadito quanto peraltro già anticipato dal Guardian: “La Gran Bretagna non e’ un Paese dell’euro, l’idea che contribuenti britannici mettano soldi sul tavolo è fuori discussione”.
Il ministro delle Finanze croato, Boris Lalovac, al termine dell’incontro, ha chiarito che “la posizione di Zagabria è molto chiara e ferma: la soluzione per un finanziamento provvisorio della Grecia va cercata all’interno dell’eurozona”, opponendosi quindi al ricorso del fondo Efsm – finanziato da tutti e 28 i paesi europei, ndr. –
Anche Schaeuble, il ministro delle finanze tedesco con il quale Atene ha avuto il confronto più acceso in questi mesi, ha ricordato che “ci sono molte persone, anche nel governo tedesco, che pensano che” l’ipotesi Gerxit temporanea di 5 anni inserita nella bozza di accordo di domenica scorsa “sia o che sarebbe la soluzione migliore per la Grecia e per i greci” e ha sottolineato che sarà “difficile” definire gli strumenti con i quali decidere il prestito ponte.
Per Andrea Goldstein, senior economist dell’Ocse, c’è la “consapevolezza in tutte le capitali che questa crisi lascerà un segno profondo in termini di costruzione dell’edificio europeo e che sarà necessario agire per migliorare la governance dell’Eurozona e dell’economia europea in generale”.
L’affondo più duro, però, arriva dall’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis. Dal suo blog, Varoufakis paragona quanto accaduto in queste ore con il golpe dei colonnelli del 1967.
Una “resa della Grecia” divenuta un “vassallo dell’Eurogruppo” che è stato “a dir poco il culmine di un colpo di Stato. Probabilmente la maggior differenza economica è che mentre nel 1967 le proprietà pubbliche non vennero prese di mira, nel 2015 i poteri che si muovono dietro il golpe hanno chiesto la cessione di tutte le proprietà pubbliche rimanenti, in modo da metterle a disposizione del rimborso di un debito pubblico insostenibile e non pagabile”.
“Il Comunicato dell’Eurosummit – continua – non ha nulla a che fare con l’economia, né con qualsivoglia preoccupazione per il tipo di agenda di riforme” attuabili da Atene, ma è “una manifestazione pura e semplice di volontà politica di umiliarci. Anche se uno odia il nostro governo, deve rendersi conto che la lista di richieste dell’Eurogruppo rappresenta un punto di rottura dalla decenza e dal buon senso”.
Secondo l’ex ministro, l’Eurogruppo avrebbe indicato un “totale annullamento della sovranità nazionale, senza mettere in piedi contestualmente alcuna autorità politica sovra nazionale o pan europea che sia”.
La questione cruciale da affrontare però è: “l’economia greca ha una qualsivoglia possibilità di riprendersi in base a questi termini? Questo è l’aspetto di cui mi preoccuperò durante il voto. La maggiore preoccupazione è che perfino una resa totale da parte nostra porterebbe ad un peggioramento di questa crisi senza fine”.
Insomma, una soluzione è arrivata. Il prezzo, però, sembra essere ben diverso, come impatto, dagli 80 miliardi di prestito ponte in approvazione da parte dei creditori. Quella che sembrava la fine di una partita, appare al massimo l’intervallo tra primo e secondo tempo.
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