Ci sono volute 17 ore di eurosummit per arrivare alla definizione del piano che, per la terza volta, farà arrivare ad Atene risorse per scongiurare il default. Adesso la palla torna in mano al governo Tsipras, che nelle prossime ore dovrà legiferare nel rispetto dell’accordo siglato e che di fatto elimina dal tappeto l’ipotesi Grexit. Una strada “lunga e difficile” ha detto il cancelliere Angela Merkel al termine dei lavori, aggiungendo che “l’intesa c’è e questo è un piano A, e non serve un piano B”. Merkel ha ribadito una apertura sull’opportunità di “prendere misure supplementari di garanzia per prolungare il debito” e non a procedere nella direzione di un taglio nominale delle passività. Una scelta “coraggiosa, quella di Tsipras” secondo il presidente francese Hollande, adesso sarà il momento di “nuove riforme per ottenere finanziamenti per oltre 80 miliardi di euro”. Un accordo invece “non scontato” secondo Matteo Renzi. Per il primo ministro italiano, quella trascorsa è stata una “nottata di grande impegno e anche di qualche tensione. Evitare la rottura con la Grecia è un fatto importante e significativo, anche se ci sarà molto da lavorare ancora”. Anche oggi, Renzi torna a ribattere sull’esigenza di ridefinire l’Europa: “quando vedi che tutta la discussione si concentra su un dettaglio tecnico ti rendi conto che è necessario tornare a pensare a cosa è l’Europa e perché è nata”. L’accordo diventa quindi “l’occasione per rimettere in discussione i dogmi dell’Europa e quindi non abbandonare i paesi in difficoltà, ipotesi contraria allo spirito europeo”. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha definito “ragionevole” l’accordo. In questo modo “si rafforza l’euro, moneta nella quale l’immensa maggioranza vuole rimanere”. Il ministro delle Finanze del Lussemburgo, Pierre Gramegna, osserva che “fino a quando si fanno dei compromessi significa che l’Europa funziona”. Più scettici il Belgio, che per voce del ministro delle Finanze Johan Van Overtveldt Ricorda che il prestito ponte dipende dal fatto che “il governo greco intraprenda azioni immediate”, così come il ministro finlandese Alexander Stubb, che vede vede quella sul prestito “una discussione molto difficile”. Durissimo invece l’affondo dell’ex ministro Yanis Varoufakis, che dalle pagine di Newstatesman racconta di un Eurogruppo totalmente soggiogato dalla Germania e lo definisce ” un’orchestra diretta dal ministro Schauble”. “L’Eurogruppo – prosegue – non e’ previsto da alcun trattato, ma ha il grande potere di determinare la vita degli europei, di decidere su questioni quasi di vita o di morte”. Non risparmia nemmeno il premier Tsipras, che ha “smesso di negoziare”, nel momento in cui il referendum aveva sancito il ‘no’ del popolo greco. “Quella notte il governo ha deciso che la volonta’ della gente, il risonante ‘No’, non era quello che serviva per un approccio energico” racconta riferendosi alla proposta che portava il suo nome, poi accantonata. Da quel momento Atene avrebbe dato “maggiori concessioni alla controparte, con il nostro primo ministro che accettava la premessa che qualsiasi cosa accadesse, qualsiasi cosa facessero, non avrebbe mai risposto sfidando” la trokia. Da qui la decisione di rimettere il mandato. Intanto il Fondo monetario è già pronto a “lavorare con le autorità greche e i partner europei” alla luce dei dettagli dell’accordo annunciato oggi e, mentre Jeroen Dijsselbloem viene rinominato alla guida dell’eurogruppo, le borse europee chiudevano le sedute dopo una giornata all’insegna dei rialzi. Milano chiude con un incoraggiante +1%, dopo diversi scatti in avanti. Anche Francoforte si attesta a +1,5%, Londra chiude positiva a +0,97%, ancor meglio Parigi, a +1,94%. Non sarà stato un accordo, scontato o semplice, ma i mercati lo attendevano con convinzione e, soprattutto, con fiducia.
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