Albergatori contro Marino: la città? Sporca e allo sbando

Hanno preso carta e penna in duecento, tutti direttori di alberghi della Capitale. L’atto di accusa nei confronti dell’amministrazione capitolina è durissimo: “La città è allo sbando. Sporcizia, crisi dei trasporti, truffe, borseggi sugli autobus e un degrado senza precedenti tengono lontani i turisti dalla Città eterna che in questi giorni celebra i 2768 anni dalla nascita”.

A prendere posizione e a ricordare la situazione disastrosa della città ormai abbandonata a se stessa è Roberto Necci, il presidente dell’Ada Lazio, l’associazione che unisce oltre 200 direttori di hotel di varie categorie sparsi nella Regione. La Roma felliniana de ‘La dolce vita’ e quella più recente del “La grande bellezza”, del registra Sorrentino, sono solo un pallido ricordo nell’immaginario collettivo dei romani e di tutti gli stranieri che ci fanno visita.

A vincere in termini di immagine sono le montagne di rifiuti, i bus e le metropolitane che funzionano a singhiozzo. La sterminata platea dei campi e insediamenti di nomadi e zingari, sparsi per tutta l’area metropolitana, insieme a quanti portano a termine truffe o borseggiano sui mezzi pubblici, la fanno da padrone.

Ormai quando si parla di Roma si associa l’idea che i romani e i turisti si fanno della città si associa sempre più al degrado e al caos. E tutto quersto quando per la Capitale si presentano due appuntamenti fondamentali: l’inizio dell’Expo di Milano, previsto per il 1 maaggio, appuntamento che porterà inevitabilmente un indotto su Roma di qualche milione di turisti, ed il Giubileo straordinario che a partire dall’8 dicembre, giorno della festa dell’Immacolata, porterà sempre a Roma, milioni di fedeli e nuovi turisti. Di fronte a queste scadenze, secondo quanto denunciato dai direttori d’albergo e non solo, la Capitale si presenta imporeparata e senza difesa.

Ma i problemi della città noin si esauriscono con la scarsa capacità di accoglienza. Proprio oggi la Guardia di Finanza ha reso noto che nella Capitale tre attività commerciali su cinque non emettono scontrini fiscali. Un vero record che avvicinano Roma alle realtà urbane che soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia portano l’evasione fiscale a livello insostenibili.