Alla fine ha vinto il rinvio

Con 193 voti l’Aula della Camera ha votato per il rinvio della votazione per eleggere il vicepresidente.

Daniela Santanché, candidato forte del Pdl e inviso al Pd, ha dichiarato: “Con questa maggioranza tutto si rinvia nulla si decide”.

Ennesima prova di tenuta per la maggioranza di governo: l’elezione di Daniela Santanché a vicepresidente della Cameraviene vista come una vera e propria prova del nove per gli equilibri delle larghe intese. La Santanché, ufficialmente l’unica candidata possibile del Pdl, ha scatenato la reazione del Pd che ha deciso per la scheda bianca. Tecnicamente alla ‘passionaria’ del Pdl potrebbero bastare i 97 voti del suo partito per essere eletta ma il suo nome viene considerato dal Pd come un nome che non unisce. E non bisogna escludere il ruolo di possibili franchi tiratori. La polemica è già accesa e il governo di nuovo alla prova.

“Con questa maggioranza tutto si rinvia nulla si decide”. Questo il commento affidato a Twitter, della diretta interessata che tuttavia non ha intenzione alcuna di fare passii indietro: Non ci penso proprio. Alfano mi ha chiamata poco fa – spiega la deputata Pdl – per dirmi che rimane la mia candidatura”.

Sarà, ma la vicenda che sta assumendo contorni grotteschi, sta evidenziando tutti i limiti del governo di “larghe intese”. Un governo che invece che affrontare le emergenze del paese rischia di impantanarsi anche sull’elezione del vicepresidente della Camera, carica importante per carità, ma non vitale.

Eloquente in tal senso anche il commento di Civati “se le questioni si rinviano è perché non si è d’accordo quasi su nulla. Significa che il problema di questo governo sta nella sua ideazione. E il rinvio dipende dal suo avvio, se mi si perdona il gioco di parole. E da quello che si sta rivelando un errore di valutazione: sarebbe stato meglio – lo dicevamo anche allora – stabilire con più precisione ciò che avremmo dovuto fare. Abbiamo rinviato quella discussione, e ora stiamo rinviando tutto quanto”.

U.C